L’industria 4.0 mette il turbo, quando la politica di welfare 4.0?

La robotica torna alla ribalta con un caso inquietante. Un’azienda importante di prodotti alimentari ha annunciato l’arrivo dei robot e contemporaneamente il licenziamento di centinaia di lavoratori. Ne dà conto la testata online Ilmiogiornale.net con un articolo dal titolo “Robot al lavoro e dipendenti licenziati? In Italia succede davvero”, a firma di Giovanni Volpi.

L’azienda dichiara apertamente che la scelta industriale appena operata è inevitabile in un contesto globalizzato nel quale viviamo. I sindacati trattano per buona pace dei giovani che pensavano ad un impiego futuro in quel territorio.

L’articolo è molto interessante perché pone molti interrogativi. Partendo dal presupposto che la contrazione del lavoro è inevitabile le domande che nascono sono, infatti, parecchie. Ad esempio, chi sosterrà il sistema pensionistico se i lavoratori diminuiranno sempre più? Come produrranno il proprio reddito i giovani in età di lavoro? E quelli ancora non in pensione e licenziati a causa dei robot che fine faranno?

Giovanni Volpi scrive che allo scenario proposto dall’industria 4.0 va affiancato un sistema di welfare 4.0. Altrimenti la società, aggiungiamo noi, entra in crisi.

Il fenomeno dei robot sta per esplodere e diffondersi a macchia d’olio nel mondo dell’industria ma ora si appresta ad entrare anche nel mondo dei servizi bancari. La settimana scorsa Bnl Gruppo Bnp Paribas ha annunciato l’arrivo di 60 robot che sostituiranno le mansioni ripetitive di più basso livello. Ne abbiamo già parlato in questa pagina.

Gli imprenditori, banchieri compresi, sono sempre più ossessionati dalla redditività della loro impresa.

Sì, ma alle persone chi ci pensa?