Pink Italia, “banche presto in mano alle donne ma a parità di salario”

Una lunga intervista alla segretaria nazionale di First Cisl con delega alle politiche di parità, Sara Barberotti, è stata pubblicata dal web magazine Pink Italia, del network Quotidiano.net, a firma di Gianfranco D’Anna. “Banche presto in mano alle donne ma a parità di salario” è il virgolettato che compare nel titolo dell’intervista. “Salari più bassi, prepensionamenti più numerosi. Per le donne – scrive D’Anna – soprattutto nel settore bancario è un rovescio della medaglia amaro e mortificante quello dell’incremento dell’occupazione femminile, rispetto a quello maschile, fotografato dagli ultimi dati Istat”.

“Va detto che il settore bancario, come molti altri – spiega Sara Barberotti -, ha conosciuto un sensibile incremento dell’occupazione femminile solo a partire dagli anni ’80. Questo determina che tra i bancari più anziani le donne, che ormai sono circa il 50% della forza lavoro complessiva, siano ancora una minoranza. Sino ad oggi, dunque, la maggioranza, in numeri assoluti, delle uscite con il Fondo di Solidarietà di settore ha riguardato il personale maschile. Adesso però, anche in considerazione del fatto che le donne possono beneficiare della cosiddetta opzione donna, questo rapporto è destinato a cambiare. Il ‘gap salariale’ e il fenomeno del ‘tetto di cristallo’ – cioè il limite invisibile oltre il quale le donne non fanno carriera – che purtroppo affliggono il settore, a mio giudizio, contribuiranno a determinare un incremento dei prepensionamenti al femminile. Un salario più basso, infatti, comporta una penalizzazione più che proporzionalmente minore; bassi livelli di carriera comportano maggiori possibilità di disimpegno.”

“Nelle banche, vista la maggiore anzianità maschile, le donne si apprestano dunque a passare in netta maggioranza?” chiede D’Anna.

“Sì, è possibile. Sarà compito del Sindacato – risponde Sara Barberotti – negoziare modalità di lavoro che prevedano orari e luoghi flessibili, che consentano la migliore conciliazione di tempi di vita e di lavoro, presidiando che ciò non si traduca in un impoverimento professionale del lavoro bancario. Quello che si deve evitare è che l’innovazione digitale, oltre a tagliare posti di lavoro, standardizzi l’offerta e ne deprima la qualità. Il nostro lavoro può avere un futuro se le banche sapranno riqualificarsi in termini di offerta di consulenza alla clientela e in questo le donne possono realizzare un ruolo importante. Ma sui nuovi modelli di banca siamo ancora molto indietro, nonostante il sindacato, la First per prima, abbia cominciato a parlarne da anni.”

L’intervista completa è leggibile sul sito di Pink Italia ed è raggiungibile anche cliccando qui.