Banca Popolare di Bari, First Cisl e Uilca, no accordo lacrime e sangue

Chiusa nella notte la procedura per 504 esuberi con un accordo pesantissimo, sottoscritto solo da alcune organizzazioni sindacali rappresentative di una maggioranza risicata di lavoratori.

“La motivazione per cui non abbiamo sottoscritto l’accordo è che l’obiettivo aziendale è stato fin dall’inizio rastrellare 90 milioni di euro in tre anni dai lavoratori (tanto è vero che dei dichiarati 504 esuberi forse ne usciranno appena 20 con una cessione di ramo d’azienda)”, spiega il Segretario Nazionale First Cisl Antonio Valentini, e ciò in assenza di una vera e credibile prospettiva di rilancio dell’Azienda dopo il triennio.

Oltre a ciò si aggiunge che il risparmio ottenuto dal costo del lavoro non sembrerebbe destinato ad una riorganizzazione capace di generare, con nuovi servizi ed una efficace revisione dei processi organizzativi, un aumento dei ricavi, ma soltanto ad una politica di dividendi per tranquillizzare i soci nell’attesa che il mercato faccia la sua parte ed aiuti l’Istituto ad uscire dal “pantano”.

Il tutto a solo un anno da l’accordo di fusione Tercas e Caripe che era stato definito con grande responsabilità proprio per affrontare questo periodo con un’altra serenità per i colleghi e per l’azienda stessa, e che invece da quest’ultima è stato ampiamente disapplicato determinando in parte la situazione attuale e rendendola inaffidabile come controparte.”

“Entrando nel tecnico” conclude il Segretario della SAS di complesso First Cisl Girolamo Loconsole, l’accordo, oltre all’azzeramento di ferie e festività nell’anno di competenza ed il blocco dello straordinario, prevede dopo una prima fase volontaria l’assegnazione di un numero di giornate di solidarietà pro capite maggiori di quelle concordate lo scorso anno che determina un’eccessiva penalizzazione dei colleghi tutti, ed in particolare dei quadri direttivi e dirigenti, ed addirittura la sospensione della contribuzione dell’azienda al fondo pensione dei lavoratori; questa misura è stata da noi fortemente contrastata anche per gli effetti a lungo termine che colpiranno soprattutto le generazioni più giovani, e non attuata neanche nelle banche poste in risoluzione. Insomma uno scenario apocalittico che non si è visto in nessun accordo del Sistema nemmeno per banche messe in teoria molto peggio”.