Romani su L’Arena, occupazione salva con la gestione diretta delle sofferenze

Il quotidiano L’Arena di Verona dedica l’apertura di pagina, a firma di Alessandro Azzoni, all’incontro pubblico che si è svolto ieri nella capitale scaligera con Carlo Fratta Pasini, presidente Gruppo Bpm, Massimo Castellani, segretario provinciale della Cisl e Giulio Romani, segretario generale di First Cisl.

Romani ha analizzato le cifre dell’occupazione e dell’evoluzione del sistema bancario veronese ed ha indicato una possibile soluzione al tema scottante della tenuta occupazionale del settore bancario: “In sette anni nel veronese i depositi sono cresciuti da 16 a 23 miliardi ma a fronte di 950 posti in meno”. Un’istantanea efficace della situazione attuale.

Numeri e tendenze che non cambieranno nel prossimo futuro: “Si stima – ha dichiarato Romani – che per effetto dei recenti accordi in seno ad Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps, fra il 2017 e il 2019 saranno altri 400 i lavoratori veronesi che usciranno dal servizio con i vari piani di esodo. Sull’occupazione una soluzione potrebbe essere quella di usare il personale in esubero nella gestione diretta delle sofferenze”.

Molto interessanti le affermazioni di Fratta Pasini sul tema della gestione diretta degli npl, sottolineate del resto da L’Arena nello stesso sottotitolo dell’articolo: “Sull’occupazione «una soluzione potrebbe essere quella di usare il personale in esubero nella gestione diretta delle sofferenze»”. Scrive Azzoni: “Tutto ciò mentre il sistema bancario affronta la questione npl, la montagna di crediti deteriorali dalla cui gestione dipende l’uscita del settore da una crisi epocale. «Non c’è dubbio che il contenimento dei costi sarà il banco di prova delle banche nei prossimi anni», ha commentato Fratta Pasini. «E in tale prospettiva, le ulteriori aggregazioni e il contenimento degli organici saranno inevitabili. Difficile capire però se i prepensionamenti daranno vita a effettivi risparmi per le banche; un uso del personale in esubero nella gestione dei crediti problematici al posto della loro cessione ad aziende specializzate potrebbe essere, ad esempio, una buona soluzione.”