Italia a due velocità; innovazione, credito (scarso) e un mestiere che cambia

L’Italia è un Paese spesso a due velocità. Da un lato si distingue per iniziative d’avanguardia, dall’altro si insegue un mondo che ci lascia nel gruppo di fondo. Intanto il mestiere dell’assicuratore cambia con lo smart working e mette al centro il valore della relazione.

La banca virtuale è (quasi) realtà

Ha destato non poco stupore la notizia che Widiba sta sperimentando, prima al mondo, una sorta di banca virtuale in 3D che risponde a comandi ottici vocali. Sul sito di Repubblica c’è anche un filmato al proposito. Nelle intenzioni dell’ad Morelli la start up consentirà alla controllata del gruppo senese Mps di bilanciare la fuoriuscita di migliaia di dipendenti in conseguenza del recente accordo sulla ristrutturazione aziendale. L’approfondimento del tema è su repubblica.it in un articolo dal titolo più che esplicativo: “Widiba lancia la “filiale virtuale”, mentre Mps ne chiude 600 (vere)”, a firma di Andrea Greco.

Siamo in ritardo ma non è una novità

Sulla rete l’ennesimo allarme sul ritardo strutturale dell’Italia nei confronti dei diretti concorrenti. Stavolta il campo di osservazione è quello delle start up ed in particolare il sostegno economico che viene riconosciuto al settore. Il titolo dice tutto: “Sulle startup in Italia solo proclami, la Francia abbraccia il futuro”. Non a caso si cita la Banca d’Italia che impiega anche 18 mesi per autorizzare una nuova società di gestione del risparmio.

Lo smart working dell’assicuratore

Un articolo interessante da leggere è pubblicato sul sito di insurancereview.it e riguarda il mestiere di assicuratore. L’articolo, dal titolo “Come cambia il mestiere di assicuratore”, spiega bene il valore della tecnologia ma sottolinea la peculiarità della relazione che deve intercorrere con il cliente. L’occasione per affrontare l’argomento è il ricorso allo smart working con investimenti, impegno e risultati sulla soddisfazione (e produttività) dei dipendenti.