Ecatombe occupazionale in banca, con qualche rara eccezione

Quella che viviamo è un’estate pesante che ricorderemo per l’ecatombe dell’occupazionenelle imprese bancarie, come giustamente sottolinea Giulio Romani, dati dell’ufficio studi First Cisl alla mano: 17.500 esuberi già definiti da gennaio a luglio. Stante la situazione, c’è chi prova a dare una spiegazione, ma c’è anche qualche rarissima eccezione.

I robot al posto dei bancari
Cambia la professione del bancario. Lo afferma Giuseppe Turani che firma un articolo per il portale di Tiscali dal titolo “[La polemica] Il bancario è morto, lo ha ucciso un robot. Ecco i dati della carneficina”. La tesi è che il bancario cambia pelle e diventa un piccolo banchiere perchè nel suo lavoro propone sempre più finanziamenti, piani pensionistici e di investimento. La routine, invece, è affidata ai robot, sempre più numerosi, a differenza dei bancari tradizionali, sempre più a casa. “Mentre ai piani alti i dirigenti faranno i grandi affari, giù, più in basso, anche il semplice impiegato dovrà trasformarsi in un banchiere, in grado di suggerire gli investimenti più opportuni al cliente e anche di proporgli forme di finanziamento più adeguate per l’acquisto della casa o della macchina”, scrive Turani.

Ma non è proprio così
Sabato iltirreno.it ha pubblicato un articolo che sembra andare in direzione opposta. L’articolo, dal titolo “Le Bcc in controtendenza, più sportelli e dipendenti – Tutti i numeri”, è firmato da Manolo Morandini e mette in risalto la controtendenza nel settore delle banche di credito cooperativo. L’osservazione si concentra sulle Bcc in Toscana che hanno visto crescere sportelli e numero di dipendenti. Per adesso in quel territorio il modello di banca tradizionale, più vicina alle esigenze quotidiane del cliente, tiene.