Romani, il Veneto è la fotografia delle trasformazioni del sistema bancario

“Il Veneto è la regione che più di ogni altra rappresenta le epocali trasformazioni e le drammatiche perturbazioni attraversate dal sistema bancario. I risparmi di molte famiglie sono stati depauperati dalla pessima gestione di alcune banche, eppure qui si è trovato il coraggio di far nascere il terzo gruppo bancario italiano. Il finanziamento all’economia si contrae, ma esplode il numero di imprese che usano l’home banking. Crolla la rete degli sportelli, ma aumentano i depositi. A raccogliere i cocci è il lavoro, con l’occupazione che flette e con molti lavoratori sottoposti alle ingiurie di procedimenti causati non da loro dolo, ma dalle sconsiderate pratiche commerciali volute dai massimi responsabili delle loro aziende”: è la fotografia che Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, traccia delle banche venete alla luce di una ricerca dell’ufficio studi del sindacato sulla base delle evidenze di Banca d’Italia.

Fra settembre 2015 e settembre 2016 nella regione il numero degli sportelli bancari è calato del 6,4%, a fronte di ben 206 chiusure, che hanno portato a 2.996 il totale delle filiali attive, con una nuova accelerazione del processo che ha visto il Veneto perdere negli ultimi sette anni il 17,8% delle filiali. In base ai dati elaborati dall’ufficio studi di First Cisl, dal 2009 nessun’altra regione ha subito una contrazione così forte della rete bancaria tradizionale. Le Marche, al secondo posto per riduzione delle agenzie, segnano una flessione del 16,5%, la Calabria, terza, del 16,4%. Confrontando il Veneto con le altre regioni settentrionali il responso è impietoso: la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia scendono del 12,7%, il Piemonte del 12,5%, il Trentino Alto Adige solo del 12,3%. Continua anche la diminuzione del numero dei comuni veneti serviti da almeno una filiale bancaria: a settembre erano 516, il 2,8% in meno in un anno.

“Il risultato – commenta il segretario generale di First Cisl – è un nuovo calo dell’occupazione, destinato purtroppo ad accelerare a causa delle uscite previste dal piano industriale di UniCredit, che impatta in modo significativo sul personale proveniente dalle casse di risparmio venete che furono incorporate nella banca milanese, e degli inevitabili esuberi che scaturiranno dalla annunciata fusione tra Popolare Vicenza e Veneto Banca”.

Sta di fatto che l’ufficio studi di Firsl Cisl evidenzia che a settembre 2016 i dipendenti bancari attivi nel Veneto erano già scesi a 30.329 contro i 31.058 di un anno prima, con una flessione di ben 729 posti di lavoro.

L’altra faccia della medaglia è la banca virtuale, che nel Veneto continua a crescere, anche se pare difficile possa farlo ancora a lungo. La banca via internet è quasi arrivata a saturazione: in un anno, i contratti personali di home banking hanno visto un balzo del 9,1%, passando da 2,1 a oltre 2,3 milioni, un numero che equivale al totale delle famiglie venete e al 45% della popolazione, mentre le connessioni dedicate alle imprese sono il 16,4% in più, essendo salite da 257 mila a 299 mila, un dato che corrisponde quasi al 70% delle imprese venete. I distributori atm sono passati da 4.124 a 4.204 (l’1,9% in più), gli apparecchi pos da 157.240 a 169.699 (l’incremento è del 7,9%).

“A questo punto – sostiene Giulio Romani – occorre rinnovare i modelli organizzativi delle banche, i mestieri e gli stessi strumenti di tutela dell’area contrattuale, ma è anche necessario far tornare al centro dell’attenzione pubblica il valore sociale dell’attività bancaria a supporto di uno sviluppo economico sostenibile, della salvaguardia del risparmio e del lavoro. Il Veneto ha provato sulla propria pelle i disastri sociali cui si va incontro quando si perde questa prospettiva, che va recuperata anche ponendo precisi vincoli alla retribuzione dei manager, per evitare che si ripetano situazioni abnormi come quelle della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Inoltre, siamo convinti, e lo ribadiremo in tutte le fasi congressuali che impegneranno First Cisl di qui a giugno, che la nuova organizzazione dei lavori nel settore finanziario debba portare verso modelli partecipativi che valorizzino il ruolo dei lavoratori, a partire dai controlli sull’attività gestionale delle banche. Un primo importante passo lo si è fatto l’8 febbraio con la firma, in Abi, del protocollo sulle politiche commerciali e sull’organizzazione del lavoro. Questa è la via per costruire sviluppo e buona occupazione”.

Documenti

La ricerca dell’ufficio studi di First Cisl sul sistema bancario nel Veneto.