ARTICOLO 47, il nuovo numero di ottobre

ARTICOLO47, la nuova newsletter periodica di First Cisl, attraverso la quale affrontare temi che risultino il più possibile di comune interesse per tutti i lavoratori del credito, delle assicurazioni, della riscossione e delle authority.

L’articolo di “in primo piano” di Roberto Garibotti, dal titolo: ” Problemi nuovi, risposte vecchie?”

“Cercherò di sottrarmi al cliché un po’ retorico della narrazione di quello che si è fatto, degli accordi più o meno buoni sottoscritti e di descrivere, per sommi capi, quello che è il settore assicurativo oggi in Italia.

L’80 per cento del settore, tanto più dopo l’acquisizione di Cattolica da parte di Generali, è concentrato in tre gruppi – Generali, Unipol e Allianz – che hanno caratteristiche differenti.

Generali è sostanzialmente una public company, con Mediobanca primo azionista, governata attraverso un patto di sindacato di cui fanno parte anche Del Vecchio, Caltagirone, Bollorè e altri.

Unipol, che nasce come compagnia assicurativa del mondo cooperativo, è diventata, soprattutto dopo la fusione con Fondiaria, una protagonista della finanza nazionale, avendo acquisito dal gruppo Ligresti anche un posto di rilievo nel cosiddetto “salotto buono” della finanza italiana.

Allianz, che è l’emanazione italiana di uno dei più grandi gruppi assicurativi al mondo, è una società di diritto europeo ed è, o era, il principale investitore straniero di titoli di stato italiani.

Nell’ambito assicurativo, ma fuori del perimetro ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), sono entrati in modo massiccio Poste Italiane e alcuni gruppi bancari, tra cui Intesa San Paolo è il principale protagonista che, dopo aver invano tentato di acquisire il gruppo Generali, si è “messo in proprio”, divenendo in poco tempo una delle realtà più dinamiche del settore.

Specularmente all’interesse del mondo bancario verso quello assicurativo, vi è anche un forte incremento del fenomeno contrario di cui, l’acquisizione di Bper da parte di Unipol non è che la più recente e, probabilmente, neppure la più grossa tra quelle in cantiere.

La pandemia da Covid-19, l’inaspettato – e per certi versi incomprensibile – inserimento del settore tra le attività economiche essenziali, il lockdown sono stati gestiti con accordi a livello nazionale, con l’utilizzo di permessi a carico delle aziende, con ricorso alla parte ordinaria del Fondo di solidarietà, con massicce dosi di smart working che, probabilmente, sarebbe più giusto chiamare lavoro da casa, considerata la distanza con il vero concetto di lavoro agile.

Ma la parte che maggiormente ha sofferto in questo difficile periodo è stata sicuramente quella delle Agenzie di Assicurazioni che, nella stragrande maggioranza dei casi, sono micro società con pochi dipendenti e che hanno visto le situazioni più disperate, pur attuando in molti casi anche lo smart working.

Questa modalità di lavoro, che ha visto forti investimenti da parte datoriale, potrebbe ormai divenire strutturale e ciò impone una profonda riflessione, per le

tante implicazioni che comporta, che rifugga sia da una sterile opposizione che da un mal riposto entusiasmo.

È del tutto evidente che cambiamenti così profondi e così rapidi, in una “foresta pietrificata” da decenni, generino ansia nei lavoratori e frustrazione nel sindacato.

Che fare quindi? Credo che la risposta di opporsi al cambiamento, che pure molti vorrebbero dare, sia quella sbagliata e perdente; che il modo migliore per

difendere i lavoratori sia quello di trovare nuove occasioni di lavoro e pretendere di gestire, insieme alle aziende, le trasformazioni.

Ma per fare questo è necessario un cambiamento, anche e soprattutto culturale, a tutti i livelli.

Non penso però che esistano alternative: o ci si mette in gioco o si finisce travolti; il cambiamento avverrà comunque, tanto vale provare a gestirlo”.

Comunicazione First Cisl Lombardia

All.:   ARTICOLO47 ottobre