ARTICOLO47, la rotta del sindacato nella tempesta del virus

ARTICOLO47, la nuova newsletter periodica di First Cisl, attraverso la quale affrontare temi che risultino il più possibile di comune interesse per tutti i lavoratori del credito, delle assicurazioni, della riscossione e delle authority.

L’editoriale di Riccardo Colombani dal titolo: “La rotta del sindacato nella tempesta del virus”.

“L’esperienza di questi mesi e l’evidenza scientifica ci dicono che l’uscita dall’emergenza non significa – non ancora, almeno – la sconfitta del virus che tanti lutti ha causato al Paese. Ogni ragionamento, di conseguenza, è scritto sull’acqua: quel che oggi appare certo, domani può essere smentito. Ciò vale, tra le altre cose, anche per la crisi economica che abbiamo di fronte, i cui contorni – basta scorrere le previsioni delle principali istituzioni europee e internazionali – si presentano ancora non del tutto decifrabili. Anche il sindacato, tutto, e quello dei bancari forse più degli altri – offrendo le banche un servizio pubblico essenziale – si è trovato a navigare nel mare in tempesta. Tuttavia gli strumenti a nostra disposizione, affinati lungo gli anni, ci hanno consentito di non smarrire mai la rotta. Fuor di metafora, la solida tradizione di relazioni industriali che contraddistingue il settore bancario ha permesso di tenere insieme obiettivi ed esigenze che in altri casi sarebbe stato difficile conciliare: su tutti la tutela della salute dei lavoratori e i servizi alla clientela. Servizi che – come prevede la legge – sono annoverati tra quelli essenziali, l’attività creditizia essendo la linfa vitale che permette al circuito dell’economia di continuare a girare e alle persone di provvedere alle loro necessità, anche le più elementari. I protocolli sottoscritti con le associazioni datoriali (Abi, Federcasse, Ania)  hanno  centrato  questo obiettivo. E lo hanno fatto assicurando una gestione dell’emergenza partecipata, che si è articolata dal livello nazionale fino ai gruppi bancari. Direi di più: l’interlocuzione costante con le controparti, specie con l’Abi, ha consentito di elaborare soluzioni fortemente innovative. Si pensi all’accesso in banca su appuntamento, che è stato preso a riferimento da alcune Regioni per le loro direttive e che ha avuto un ruolo decisivo nel garantire tanto la sicurezza dei lavoratori che quella della clientela. Si pensi anche all’esteso utilizzo che è stato fatto dello smart working. Nel settore privato, per primi in Italia abbiamo garantito, nel Ccnl Abi rinnovato il 19/12/2019, il diritto alla disconnessione a tutte le lavoratrici e i lavoratori: indipendentemente, cioè, da eventuali previsioni di accordi collettivi aziendali e, soprattutto, anche a prescindere dall’utilizzo del lavoro agile. È evidente però che le dimensioni che ha assunto il lavoro da remoto durante l’emergenza devono spingerci per il futuro ad affinare le tutele in modo da prevenire distorsioni. Del resto ciò che vale per lo smart working vale, più in generale, per la questione del digitale. First Cisl non ha mai agitato come uno spauracchio le tecnologie e non ha mai addossato all’innovazione in quanto tale le responsabilità della contrazione della base occupazionale, che risalgono invece alla cultura – indubbiamente miope – che permea gran parte del top management delle banche. Una cultura completamente schiacciata sul breve periodo, schiava delle trimestrali per così dire, che da anni non vede altra strada che il taglio dei costi per generare utili e remunerare gli azionisti. In queste mani le tecnologie digitali, con il loro potenziale oggettivamente rivoluzionario, rappresentano un rischio, che però sta a noi neutralizzare, orientando l’innovazione attraverso l’attività contrattuale, a livello nazionale come aziendale. Ragion per cui, chiusa la fase emergenziale, sarà bene rimettersi attorno a un tavolo per dare impulso alla cabina di regia sul digitale, se non vogliamo farci trovare impreparati dai cambiamenti che ci attendono. Se c’è un insegnamento che, tornando alla premessa, dobbiamo trarre da questo periodo così doloroso è che non possiamo permetterci il lusso della passività. Il tempo dei bilanci verrà, ma è importante che fin d’ora in ognuno di noi si faccia largo la consapevolezza che, come diceva Italo Calvino, il camminare  presuppone  che  a  ogni  passo  il  mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.”

Comunicazione First Cisl Lombardia

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