Ieri, oggi, domani, sempre 8 marzo

Il Coordinamento Donne e Politiche di Parità e di Genere First Cisl Lombardia, vista la delicata situazione che il mondo del lavoro (e non solo!) sta attraversando durante questo otto marzo, ritiene sia giunto il momento di fare chiarezza sul valore di questa giornata.

Era da tempo che il ruolo della donna, non rischiava di registrare un così pericoloso arretramento nei diritti acquisiti, sia a livello politico, sia da parte giudiziaria, sia a livello economico.

Tutto ciò viene ribadito anche nella Risoluzione del Parlamento europeo del 13 febbraio 2020 dove si esprime forte preoccupazione perché “si osserva un regresso organizzato e preoccupante dei diritti delle donne” e si afferma “che tale regresso dei diritti delle donne e della parità di genere deve essere equiparato a un attacco alla democrazia stessa”.

E se da un lato si assiste ad interventi politici e giudiziari che tendono a ledere l’indipendenza economica femminile, dall’altro si registra un’immagine della donna ridotta ad icona di bellezza o della fertilità, della brava compagna capace di vivere nell’ombra di colui che potrebbe mantenerla.

Nonostante il quinto obiettivo di sviluppo sostenibile della Agenda 2030 consista nel conseguire la parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze nel mondo e che l’emancipazione delle donne implica fornire loro gli strumenti necessari per diventare economicamente indipendenti, essere rappresentate equamente nella società, svolgere un ruolo paritario in tutti gli ambiti della vita e acquisire più potere nella vita pubblica e un controllo maggiore su tutte le decisioni aventi un impatto sulle loro vite.

La giornata dell’otto marzo non fa eccezione: in troppi si stanno chiedendo se vale la pena continuare a festeggiarla, persino tra noi donne.

“A cosa serve? Tanto tutti i giorni la donna deve rivendicare i suoi diritti”, “la donna vale se dimostra di essere brava, perché deve essere privilegiata?”, “potremmo abolire l’otto marzo, serve solo a far vendere mimosa a peso d’oro!”.

Questi e tanti altri luoghi comuni stanno sempre più pericolosamente circolando tra la gente, come se analoghe considerazioni non potessero essere fatte sulla festa del papà e della mamma! Per questo vale la pena ricordare che questa festa nasce nel lontano 1908, quando la socialista americana Corinne Brown, nella conferenza di Chicago, tenne un discorso sullo sfruttamento delle donne nelle fabbriche e sulla necessità di concedere loro il diritto di voto. A quella conferenza furono invitate tutte le donne e prese il nome di Woman’s Day.

Da quel giorno nacquero molte Celebrazioni che furono interrotte con il primo conflitto mondiale. Vennero riprese l’8 marzo 1917, quando le donne russe scesero in piazza per protestare contro il regime zarista, dando avvio alla Rivoluzione Russa.

A causa di questo episodio, e non del tragico incidente di fabbrica Triangle, nella quale persero la vita 123 donne e 23 uomini, per colpa di padroni uomini e criminali, fu fissato l’8 marzo come la Giornata Internazionale Operaia, che in Italia fu festeggiata solo dal 1922. La giornata sopravvisse alla Seconda Guerra Mondiale: in Italia si celebrò questa ricorrenza nel 1945, mentre a Londra veniva approvata ed inviata all’ONU una “Carta della donna”, contenente richieste di parità e diritti di lavoro.

Un anno dopo venne proposta la mimosa come simbolo di questa giornata, perché fiorisce tra febbraio e marzo. Il ruolo delle donne fu poi sancito dall’ONU, quando proclamò il 1975 “anno internazionale delle donne”, per riconoscere il loro contributo fondamentale durante il conflitto mondiale e nel raggiungimento della pace.

La storia dell’importanza della donna nella costruzione di un ambiente politico, sociale e lavorativo, migliore per se stesse e per tutti i loro discendenti, potrebbe continuare sino all’otto marzo 2020!

In questo anno in cui tutti i diritti da noi donne fortemente rivendicati ed ottenuti in materia di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, sono stati riconosciuti, fattivamente attuati ed estesi.

L’anno nel quale la banca del tempo e, soprattutto, il lavoro agile hanno salvato e stanno salvando tante delicate situazioni generate dall’emergenza sanitaria in atto.

Il Coordinamento Donne e Politiche di Parità e di Genere è vicino e solidale a tutte le colleghe ed i colleghi colpiti dal virus, che sta mettendo in crisi l’intera economia mondiale. Auspica però che, una volta usciti da questa straordinaria e difficile situazione, l’importanza di questi diritti e opportunità non venga dimenticata e l’utilizzo degli strumenti che ne derivano non siano accantonati al soddisfacimento delle “solite esigenze femminili”.

Ancora una volta, sono state le donne a dare un fondamentale contributo alla gestione della crisi nel mondo del lavoro, e proprio in occasione dell’otto marzo. Dal 1909 al 2020, allora come oggi, ci sarà sempre un OTTO MARZO.

Coordinamento Donne e Politiche di Parità e di Genere First Cisl Lombardia

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