First Cisl Lombardia, 17.500 esuberi un’ecatombe occupazionale

Un mese di agosto caldo quello che stiamo vivendo, non solo per le temperature sahariane che tolgono il respiro ma anche per le polemiche che stanno investendo il mondo sindacale. Un contradditorio alimentato da alcune testate giornalistiche e rimbalzato sulla rete che ne ha aumentato la portata.

Il termine “ecatombe occupazionale” pronunciato da Giulio Romani, a commento di una ricerca di First Cisl sugli esuberi bancari che ha evidenziato come, dall’inizio dell’anno, siano 17.500 i lavoratori del settore che hanno “volontariamente” abbandonato il posto di lavoro tramite il Fondo di solidarietà, ha sollevato un polverone che la mancanza di pioggia stenta a contenere.

Si sa, la verità divide. Il rischio è quello di amplificare sensibilità diverse e pestare qualche callo soprattutto quando, partendo dalla cruda realtà, si ha il coraggio di indicare obiettivi e priorità.

Ma Romani ha ragione a essere preoccupato e a richiamare tutti alle proprie responsabilità. I dati sono preoccupanti, i 17.500 posti di lavoro persi, minimamente compensati da qualche migliaio di nuove assunzioni e non tutte a tempo indeterminato, sono purtroppo una realtà.

First Cisl Lombardia ha sempre denunciato questa anomalia: si sono evitati i licenziamenti, vero!  ma il settore si è via via impoverito.

Non è una disputa se si è fatto bene o male, se il Fondo esuberi è stato efficace o meno. Il punto vero è che si sono persi dei posti di lavoro che non verranno rimpiazzati se non in minima parte, che è cambiato il modo di fare banca, che si è trasformato il lavoro del bancario.

E’ stata rottamata un’idea di lavoro e di lavoratore ancor prima di aver trovato un’alternativa. In effetti, un nuovo modello di banca era stato presentato in occasione del rinnovo contrattuale del 2014 ma l’Associazione Bancaria Italiana ha “deciso” colpevolmente di non affrontare l’argomento.

“Sembra che nessuno si voglia preoccupare di come sarà e di cosa farà la banca domani. A noi, in Lombardia – dichiarano congiuntamente i componenti la Segreteria First Cisl regionale – allarma il fatto che a fronte di questa smobilitazione non ci sia una vera presa di coscienza da parte dei lavoratori. Infatti, in molte realtà si fatica a rapportarsi con loro perché la speranza, forse l’illusione, di molti è che questo sia solo un periodo passeggero che prima o poi passerà, comunque da affrontare individualmente”.

La riflessione di Romani invece, riprendendo uno slogan del Congresso CISL celebrato lo scorso mese di giugno “non c’è lavoro senza la persona e non c’è persona senza il lavoro”, pone al centro della discussione la persona in quanto tale, nella sua collettività.

“Per questo – sottolinea Pier Paolo Merlini, segretario generale First Cisl Lombardia – siamo convinti che il futuro dell’intero sistema del credito passi attraverso la nostra responsabilità e le nostre capacità di saper essere propositivi e incalzanti. Con la certezza che da questa crisi si possa uscire solo insieme, con percorsi condivisi e inclusivi”.

Comunicazione First Cisl Lombardia