Il progetto “#Cfr – Corporate Responsibility toward Empoyee’s Family through Industrial Relations” (responsabilità dell’impresa verso la famiglia del dipendente mediante lo sviluppo delle relazioni industriali), presentato da First Cisl e finanziato dalla Commissione europea, dopo il lancio avvenuto a Siena ad ottobre dello scorso anno, ha vissuto una nuova tappa ieri 4 ottobre, ad Istanbul, dove i partner si sono riuniti, come comitato direttivo, per la condivisione e la valutazione dei risultati parziali dell’attività di ricerca svolta in questi mesi.
Il progetto, basato sulla Direttiva 2014/95/Ue e supportato da un consorzio di partner accademici e sindacali di tutta Europa, si propone di creare un modello di riferimento per le relazioni industriali nel settore finanziario, finalizzato all’implementazione di politiche di Corporate family responsibility (Cfr). L’idea è che adottare strategie di Cfr possa favorire un clima aziendale positivo, accrescere la soddisfazione dei dipendenti e migliorare produttività e redditività aziendale. Per realizzare questo obiettivo, la struttura del progetto è stata concepita con un approccio integrato, scientifico e sindacale, basato su una stretta collaborazione tra i partner per il raggiungimento di traguardi condivisi.
L’azione progettuale mira a valutare l’effetto positivo delle politiche di Corporate family responsibility, sia per chi lavora che per le aziende, creando un indicatore da fornire come benchmark alle società finanziarie per misurare il loro grado di sensibilità alle politiche di Cfr, affinché le aziende possano monitorare e adattare le loro strategie.
Si punta inoltre a formare le sindacaliste e i sindacalisti sui regolamenti europei, favorendo la condivisione transnazionale di esperienze e buone pratiche. Tra gli obiettivi ci sono anche la raccolta di prospettive dai cosiddetti “osservatori privilegiati” e l’individuazione di politiche efficaci per rispondere ai bisogni di lavoratrici e lavoratori e delle loro famiglie. Il progetto prevede di diffondere i risultati e le raccomandazioni attraverso workshop, conferenze e pubblicazioni, offrendo strumenti utili per affrontare le tematiche legate alla Cfr.
La riunione di ieri si è svolta presso la sede del sindacato locale Bss Basisen, in modalità mista, con la partecipazione da remoto di alcuni partner impossibilitati ad essere presenti in loco. Sono stati presentati i lavori svolti in questi mesi: gli esiti delle attività di ricerca scientifica sviluppata dai partner accademici – Fondazione Adapt, Università di Łodz, Università della Murcia e Business school del Trinity college di Dublino – ed i risultati della ricerca sulle buone pratiche effettuata dai vari sindacati dei numerosi paesi europei aderenti alla partnership progettuale.
Il responsabile scientifico del progetto, Domenico Iodice di Fondazione Fiba, nel suo intervento ha richiamato l’urgenza di “un cambiamento culturale, che deve muovere dall’interno le imprese del settore finanziario, mediante il dialogo sociale europeo. Non si tratta solo di contrattare collettivamente ‘misure spot’ di conciliazione o di riduzione dell’orario, o di migliorare le prestazioni di un welfare che oggi è esclusivo. Si tratta bensì di ripensare profondamente il modo di concepire l’impresa, chiamata a una trasformazione non solo ‘green’ ma anche ‘social’. L’attenzione ai bisogni delle persone che lavorano deve essere estesa ai loro nuclei familiari. È un’urgenza che nasce dalla constatazione che le imprese hanno un potenziale di impatto che va già ben oltre il perimetro di chi ivi lavora. Occorre perciò ripensare il rapporto di lavoro e la prestazione contrattuale in chiave di solidarietà inclusiva. Occorre valorizzare la leva fiscale premiale per tali azioni contrattuali che integrano a tutti gli effetti il sistema di flexicurity europeo”.
Il prossimo appuntamento sarà il Workshop europeo che si terra ad aprile 2025 a Dublino presso Eurofound.