Mercato del lavoro, necessario regolamentare lo smart working

Dalla First Cisl Milano Metropoli riportiamo questa interessante approfondimento in tema di smart working

Martedì 16 giugno, la Cisl di Milano ha organizzato una videoconferenza in tema di “Mercato del lavoro” con lo scopo di analizzare la situazione determinatasi nel mondo del lavoro a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Si è trattato di un interessante momento di confronto tra i Rappresentanti sindacali di tutte le categorie della CISL milanese per individuare possibili soluzioni per quella che dovrà essere la ripresa post emergenza.

All’inizio dei lavori, il segretario Cisl Eros Lanzoni, ha delineato uno spaccato delle problematiche occupazionali emerse con particolare gravità in questo periodo, elencando tutte le misure che le Parti sociali hanno cercato di mettere in campo a seguito dei provvedimenti governativi, per fronteggiare almeno temporaneamente il devastante impatto occupazionale registratosi.

Ampio spazio all’interno dei lavori ha trovato l’argomento riferito allo smart working che, in questo particolare periodo, è emerso come il principale strumento per gestire le attività lavorative nelle aziende.

Sul tema, molto utile ed apprezzato è stato l’intervento dell’avvocato D’Ancona, che ha illustrato sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista normativo le implicazioni dell’uso di questo strumento, partendo dall’analisi dei testi normativi che lo disciplinano.

Lo strumento, infatti, si inserisce in un contesto normato per la prima volta con l’Accordo Interconfederale del 2004 che ha disciplinato il telelavoro e con la Legge 81 del 2017 che ha introdotto quello che conosciamo come smart working.

Sia dall’intervento dell’avvocato D’Ancona, sia dal dibattito che si è sviluppato successivamente, sono emerse numerose preoccupazioni su quello che si è verificato in questi giorni di emergenza sanitaria, allorché le aziende hanno adottato uno strumento di fatto “ibrido”, che non può essere inquadrato nelle due fattispecie sopra elencate e con interpretazioni ed applicazioni discrezionali e diversificate, soprattutto per quanto riguarda la definizione di prestazione lavorativa e di orario di lavoro.

Le criticità emerse nel dibattito hanno portato alla stessa conclusione: è necessario, anzi indispensabile, portare al tavolo negoziale questo tema ed individuare in maniera concordata, collettiva e regolamentata le misure che dovranno presidiare l’adozione dello strumento.

Tra queste misure individuate, sollecitate e discusse approfonditamente dai colleghi milanesi di First Cisl, le principali possono essere riassunte con: la definizione di un orario di lavoro giornaliero e settimanale massimo; la garanzia di una retribuzione complessivamente uguale rispetto alle prestazioni effettuate sul posto di lavoro: l’attribuzione in capo alle aziende delle spese di connessione e di funzionamento dei dispositivi e una ampia rotazione che consenta la fruizione di questo strumento al maggior numero di lavoratori.

Il tutto, con l’obiettivo di non trasformare in ogni caso il contesto produttivo lavorativo in un universo “parcellizzato” di lavoratori semi autonomi, privati di fatto della componente socializzante del lavoro e di fronteggiare il rischio di una trasformazione della prestazione lavorativa in una attività legata al raggiungimento degli obiettivi.

Comunicazione First Cisl Milano Metropoli