Coronavirus

Con questa comunicazione vogliamo fare il punto della situazione in Azienda per quanto riguarda la questione del “Corona virus”.

E’ importante evidenziare da subito che, come il Paese, anche il Settore sta purtroppo affrontando la cosa con soluzioni “spot” che vedono alcune aziende assumere decisioni più rigide ed altre che si limitano ad applicare solo e pedissequamente le norme del Governo, norme che possiamo dire essere caratterizzate da una certa superficiale fretta e poca chiarezza dispositiva.

Per questo, ieri le Segreterie Nazionali dei Sindacati del Settore hanno chiesto ultimativamente che ABI – d’intesa con tutte le banche associate operanti nel territorio nazionale – si assumesse per intero le sue responsabilità, comunicando quali misure di prevenzione e sicurezza sono state o saranno adottate da tutti i grandi gruppi e le aziende bancarie a tutela  delle lavoratrici, dei lavoratori bancari e della stessa clientela.

Nello specifico, con le due lettere che Vi allego abbiamo chiesto che venga al più presto comunicato, per iscritto, alle Organizzazioni Sindacali nazionali e ai Sindacati aziendali come si comporteranno gli istituti di credito nei territori – in quelli delle zone nelle quali sono previste misure più restrittive dal citato dpcm, ma anche nel resto del Paese – sia per quanto riguarda l’utilizzo di forme alternative di lavoro come lo smart working sia per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro di tutte le lavoratrici e i lavoratori bancari (uffici interni e agenzie bancarie) che quotidianamente sono a contatto con la clientela e con il pubblico.

Inoltre, è stato richiesto che venga data esecuzione al DPCM in relazione alla mobilità di lavoratrici e lavoratori in entrata e in uscita e all’interno dei territori circoscritti, rammentando  come la ratio del DPCM sia la limitazione massima degli spostamenti, ad eccezione di necessità familiari indifferibili o comprovate esigenze lavorative che certamente non possono assimilarsi ad attività lavorativa ordinaria.

A dimostrazione che la problematica ha assunto rilevanza nazionale e che il Sindacato non intende tollerare ulteriori rinvii, nelle lettere inviate ieri è espressamente riportato che,  se ABI e le Aziende del Settore non dovessero procedere in ottemperanza del dettato governativo, gli stessi sin da ora saranno ritenuti  corresponsabili di danni alla salute per lavoratrici e lavoratori, per effetto di una interpretazione capziosa e fuorviante delle Aziende.

 Maurizio Gemelli
Segretario Responsabile Gruppo D.B.
FIRST/CISL

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