I costi di ristrutturazione deprimono i conti di Deutsche Bank.

(Milano Finanza) I costi di ristrutturazione abbattono i conti di Deutsche Bank . La più grande banca tedesca ha registrato nel secondo trimestre di quest’anno una perdita netta di 3,15 miliardi di euro, superiore alle attese. Un rosso che si confronta con l’utile di 401 milioni di euro realizzato nello stesso periodo dello scorso anno.

Un dato decisamente superiore al previsto visto che a inizio mese, con l’annuncio del piano di ristrutturazione con 18.000 tagli occupazionali e costi totali per 7,4 miliardi, la banca aveva stimato una perdita di 2,8 miliardi circa nel secondo trimestre. Hanno pesato costi di ristrutturazione per 3,4 miliardi di euro, superiori ai 3 miliardi di euro dichiarati in precedenza. La speranza del management è che la banca possa sostenere tali costi senza chiedere agli azionisti di iniettare capitale.

Escludendo questi oneri, l’utile del secondo trimestre è stato pari a 230 milioni di euro, comunque inferiore ai 373 milioni di euro previsti dalla stima del consenso di 14 analisti sentiti dalla banca, convinta che questa ristrutturazione radicale la ripagherà nei prossimi anni trasformando Deutsche Bank in un istituto più snello e più focalizzato. Invece il 2019, ha avvertito il management, si chiuderà con ricavi inferiori a quanto riportato nel 2018 e una perdita dopo l’utile modesto del 2018.

“L’istituto ha già adottato misure significative per implementare la sua strategia e trasformare Deutsche Bank e questo si riflette anche nei nostri risultati”, ha assicurato l’amministratore delegato, Christian Sewing. “Una parte sostanziale dei costi di ristrutturazione è già stata digerita nel secondo trimestre”, ha aggiunto Sewing. Tuttavia i ricavi netti della banca nel secondo trimestre sono calati del 6% a 6,2 miliardi, risultando leggermente inferiori ai 6,3 miliardi attesi dagli analisti.

Più nel dettaglio, ricavi dell’investment-banking, ex divisione di punta del gruppo e dove effettuerà i tagli principali, sono diminuiti del 18% a 2,9 miliardi rispetto all’anno precedente, mentre i ricavi della divisione più piccola di asset managemet sono aumentati del 6%. Invece, la divisione retail banking, che comprende il settore del private banking, ha registrato un calo dei ricavi del 2%.

La ristrutturazione ha portato a uscite pianificate e non pianificate. Più di 900 persone hanno ricevuto la notifica di essere state licenziate o che il loro lavoro è stato tagliato. Le sfide di Deutsche Bank sono state esacerbate anche dai problemi legali e dal mercato retail a basso margine in Germania. E i tassi di interesse cronicamente bassi o negativi hanno gravato pesantemente sui finanziatori.

La banca ha riorganizzato la sua gestione sotto Sewing. Numerosi dirigenti di alto livello, tra cui il capo dell’investment bank, stanno lasciando il gruppo e l’amministratore delegato sta assumendo la supervisione di questa divisione, che è il motore di ricavi più importante della banca. E’ stata anche creata una “bad bank”, denominata Capital Release Unit, per vendere o liquidare quasi 300 miliardi di euro di asset, inclusi contratti derivati che non possono essere facilmente liquidati. Un processo che dovrebbe durare diversi anni.

Numerosi grandi investitori hanno chiesto alla banca di restringere il suo campo dopo anni di persistenti cali dell’azione in borsa (la prima reazione a Francoforte è stato un ribasso del 4,43% a 6,8182 euro), revisioni strategiche e domande sul fatto che Deutsche Bank possa essere costretta a cercare un partner per una fusione. Ad aprile i colloqui con la piccola rivale tedesca Commerzbank si sono conclusi in un nulla di fatto, sollevando nuove domande sulla gestione di Deutsche Bank .

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