Cassa mutua nazionale: un modello di democrazia partecipativa da difendere e promuovere

L’appuntamento che raduna i sessantadue rappresentati dei destinatari di Cassa mutua nazionale si è svolto ieri, a Roma, presso la sede di Confcooperative. L’assemblea, convocata una volta all’anno, è chiamata ad esprimere un parere sul bilancio di esercizio e a proporre modifiche da apportare al Nomenclatore delle prestazioni. Come di consueto, il consesso ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, tra i quali i Segretari nazionali delle Organizzazioni sindacali, i presidenti di Cassa Mutua Toscana e Cassa Mutua Trentina, il direttore generale del Fondo pensione nazionale e i rappresentanti di parte datoriale ovvero delle due Capogruppo e di Federcasse. Ciò che è emerso con forza è la necessità di garantire a Cassa mutua nazionale un futuro solido e robusto, nel solco della responsabilità delle Parti sociali, che sono fonti istitutive, mediante strumenti e strategie coerenti con i princìpi fondativi e la natura mutualistica dell’ente.

Certo risulta evidente che alcuni aspetti, come hanno evidenziato negli interventi i nostri delegati, meritano attenzione e adeguamento a standard di processo atti a garantire coerenza ed efficienza. Tale implementazione, tuttavia, non richiede modifiche della natura dell’ente, lontana dagli scopi lucrativi tipici degli attuali modelli di welfare privato. A cosa serve Cassa mutua nazionale se non a sostenere in modo solidaristico e inclusivo le colleghe e i colleghi nelle vicissitudini del ciclo di vita, soprattutto nelle condizioni di maggiore fragilità, quando si parla di salute propria o della propria famiglia? Il resoconto economico conferma il fatto che la Persona è sempre al centro dell’attività di questo ente: l’89% delle entrate viene impiegato nel rimborso delle prestazioni e, quindi, restituito ai destinatari. Per i modelli di business ordinario ciò potrebbe costituire ragione di preoccupazione per il raggiungimento del fine lucrativo.  Non, però, per una associazione mutualitstica come la nostra, che non ha lo scopo di produrre utili per remunerare gli azionisti. Il piano attuariale stilato sull’orizzonte decennale, così come il suo costante aggiornamento, servono infatti a correggere la rotta tempo per tempo, in funzione degli scenari prospettati, al fine di garantire una prudente gestione del bene comune. Giusta quindi la volontà, anche datoriale, di implementare Cassa mutua nazionale, preservando e rafforzandone la natura e lo scopo.

Non solo interventi di merito, la seconda parte dell’assemblea ha visto il contributo dei delegati per le proposte tecniche, di modifica del nomenclatore delle prestazioni per l’anno 2026. Alcune di esse, come il rimborso di terapie ortottiche o rese dal terapista occupazionale, non hanno trovato accoglimento mentre altre hanno riscontrato il favore della maggioranza dei delegati e verranno analizzate e discusse nel Comitato tecnico.

Si tratta di proposte rivolte, per esempio:

  • ad aumentare il massimale per:
    • il rimborso delle lenti da vista;
    • il rimborso delle prestazioni nutrizionistiche;
    • il rimborso dei colloqui psicologici/psicoterapeutici in caso di Disturbi del comportamento alimentare (Dca);
  • a separare i massimali per singolo destinatario nel caso di coniugi o conviventi more uxorio entrambi dipendenti del Credito cooperativo;
  • all’abolizione dell’obbligatorietà riferita all’indicazione del titolo di specializzazione su fatture emesse da strutture ospedaliere.

Il Comitato amministratore, impegnato nel prossimo futuro nelle valutazioni per le proposte accolte dall’Assemblea, ha inoltre registrato la richiesta di semplificazione della documentazione da presentare in caso di prestazioni aggiuntive di gruppo, e l’attività a riguardo sarà portata al tavolo negoziale con le rispettive capogruppo.

Convinti di aver reso, anche in questo contesto, un contributo concreto per il futuro di Cassa mutua nazionale, esprimiamo il nostro apprezzamento per tutto il lavoro fatto e per l’impegno preso nel voler lavorare insieme, lavoratori, lavoratrici e parte datoriale per garantire un futuro radioso a questo elemento distintivo del Credito cooperativo.

Roma, 17 ottobre 2025 

CooperFirst – Coordinamento Credito Cooperativo


Qui il comunicato