Desertificazione bancaria, Merlini: Federcasse sia garante di un progetto innovativo e di prospettiva

L’editoriale di Pier Paolo Merlini, segretario nazionale First Cisl con delega al Credito cooperativo, dal titolo: “Desertificazione bancaria, Federcasse sia garante di un progetto innovativo e di prospettiva”.

L’ultimo studio di First Cisl in tema di desertificazione bancaria, su dati aggiornati al 31 dicembre, conferma un trend che ormai sembra irreversibile, sono ancora 554 gli sportelli chiusi nel corso del 2022.

C’è da constatare come Polis, un progetto di Poste Italiane, rappresenti un segnale importante a non abbandonare il territorio e, in particolare, tante zone del Paese che non solo rischiano di non avere più a disposizione sportelli bancari ma anche altri servizi assolutamente necessari per la vita civile. Poste ha certamente una struttura e una diffusione molto importante ma, la sinergia tra i servizi postali, quelli di banco posta e della Pubblica Amministrazione è, potenzialmente, una svolta verso il contrasto a una desertificazione generalizzata.

Il sistema del credito ordinario delineato dai grandi gruppi bancari non appare in grado di gestire e affrontare la situazione.

Una circostanza determinata dalla scelta dei colossi creditizi di “fare credito” attraverso procedure standardizzate rivolte, quasi esclusivamente, alle esigenze della grande imprenditoria. Una strategia, presumibilmente di breve respiro, rivolta alla massimizzazione del profitto a vantaggio di pochi.

Certo, le affermazioni e le interviste televisive, in cui si sciorinano centinaia di miliardi come fossero noccioline ci raccontano un’altra realtà, ovvero di una particolare attenzione alle piccole e medie imprese, al commercio, all’artigianato e alle famiglie.

Una narrazione strumentale e lontana dall’oggettività dell’attuale contesto socio-economico: da certe zone del Paese, tempo un paio di anni e con questo ritmo, i grandi gruppi bancari saranno totalmente assenti.

In Italia, rinomata per la sua originalità, creatività e fantasia, esiste un sistema bancario che non solo è alternativo al credito ordinario, ma possiede tutte le potenzialità per essere la spina dorsale di quelle realtà che hanno sostenuto il Paese in tutte le crisi attraversate.

È il Credito Cooperativo, fatto di realtà a volte piccole, a volte di notevoli dimensioni ma lontane dai grandi gruppi bancari ordinari. Realtà territoriali e regionali che intercettano le esigenze e i bisogni delle imprese e delle famiglie, attraverso un sistema cooperativo, fatto dai soci e dalla società civile, che costituisce un modello di effettiva partecipazione e non solo di mutualità.

Le Banche di credito cooperativo sono la vera alternativa alla desertificazione bancaria in atto nel Paese, infatti, seppur in presenza di operazioni di fusione e di qualche sportello chiuso, il tentativo che si sta cercando di attuare è quello di rafforzare la solidità e la presenza di queste realtà.

La nascita dei due gruppi cooperativi (Iccrea e Cassa Centrale Banca) dovrebbe essere quella scelta di ordine e di governo di un sistema che, mantenendo le sue specificità – territorialità, mutualità e partecipazione – deve diventare “grande” nel senso più profondo del termine. Deve cioè mettersi a disposizione del Paese, mantenendo la presenza in quelle zone che rischiano l’abbandono, cercando alleanze e modelli di partenariato con le amministrazioni locali per un giusto e concreto riconoscimento per la propria presenza.

Un percorso progettuale complesso, in cui tutto il credito cooperativo deve necessariamente riuscire a mantenere la propria originalità: da Federcasse che dovrebbe assumere il ruolo di garante – iniziando a pensare e immaginare il futuro come un soggetto pubblico e civile – a Iccrea e Ccb che sono chiamati a un fondamentale salto culturale.

Il rischio che il sistema oggi corre è quello di perdersi alla ricerca di un passato che non tornerà più e con la paura di essere spazzati via da un mondo fatto di digitale, intelligenza artificiale e algoritmi.

Per affrontare il domani, per farlo senza paure ma con coscienza e responsabilità è indispensabile mantenere quelle caratteristiche di mutualità, territorialità e partecipazione che sono il Dna del credito cooperativo; occorre rischiare in progetti innovativi e di prospettiva.

Il sindacato non può rimanere in un angolo o relegato in sterili discussioni, come per uscire dalla pandemia così per affrontare il domani c’è un solo modo: farlo insieme.

First Cisl è pronta.

 

Comunicazi0ne First Cisl Credito Cooperativo

 

Allegato:  editoriale