Emilia Romagna, le Bcc in crescita: una ricchezza per il territorio. Colombani, ora regole adeguate, non confonderle con grandi banche

I numeri presentati in occasione della tavola rotonda “Il Credito Cooperativo tra Europa e coesione territoriale”, organizzata in webinar da First Cisl Emilia-Romagna evidenziano come la crescita del credito cooperativo è coincisa con il graduale abbandono dei territori da parte delle grandi banche.

Dal 2000 al 2019 il numero degli sportelli delle bcc è cresciuto da 2.954 a 4.236, mentre nel periodo 2003-2019 i Comuni italiani che hanno registrato la presenza di una bcc sono passati da 2.298 a 2.635. Un dato in controtendenza rispetto all’intero sistema del credito (Abi e Bcc) che nel 2000 operava tramite 28.194 sportelli (34.139 nel 2008), ridotti a 24.312 nel 2019. I dati più recenti riferiti al mese di giugno 2020 indicano in 254 le bcc attive su tutto il territorio nazionale che operano attraverso 4.224 sportelli (pari al 17,6% del totale) distribuiti su 2.628 comuni, di cui in 650 costituiscono l’unica presenza bancaria. La crescita del numero degli sportelli ha determinando anche un incremento nel numero degli occupati, che passa da 25.183 nel 2003 a 29.087 nel 2019, nonostante l’intero sistema del credito (Abi e Bcc) nel periodo 2010-2019 abbia perso complessivamente oltre 44.500 lavoratori.

L’analisi dei dati a livello regionale riflette l’andamento nazionale: il totale degli sportelli passa dai 2.839 del 2000 ai 2.508 del 2019. Nello stesso periodo gli sportelli del credito cooperativo sono cresciuti a 381 (269 nel 2000), pari al 15,19% del totale (9,48% nel 2000).

“In una fase congiunturale complessa come quella attuale – ha sottolineato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – il credito cooperativo rappresenta un’importante realtà socio-economica capace di sostenere le necessità del territorio su cui ogni singola bcc si trova a operare”.

“La riforma del credito cooperativo e le direttive europee – ha ricordato Colombani – hanno introdotto una regolamentazione che tende ad assimilare le banche di credito cooperativo alle grandi banche. Una condizione nuova, difficile da coniugare con la mission identificata nell’art. 45 della nostra Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”.

Per il leader dei bancari della Cisl è necessario intervenire sulle politiche legislative e regolamentari: “Le piccole-medio banche non possono essere assoggettate alle regole delle grandi banche, soprattutto in tema di risoluzione unica delle crisi bancarie. Il credito erogato dalle bcc, accordato per il 95% sul territorio di competenza, deve sottintendere a criteri di classificazione diversi da quelli riferiti al credito ordinario”.

“La particolarità nella costituzione dei gruppi bancari cooperativi, diversa e non paragonabile al resto del mondo del credito, gestita tramite i ‘contratti di coesione’, evidenzia la sua complessità organizzativa e gestionale nel numero di banche aderenti a ogni singolo gruppo: circa 150 per il Gruppo Iccrea e circa 80 per il Gruppo Cassa Centrale Banca. Una situazione unica, quella dei contratti di coesione, non completamente adeguata alle nuove esigenze che il momento richiede.
Il credito cooperativo – ha aggiunto Colombani – necessita di una revisione complessiva dell’attuale architettura istituzionale al fine di valorizzare l’autonomia funzionale delle singole bcc e che sappia guardare al futuro, per sostenere le famiglie, le piccole e medie imprese e le cooperative del territorio”.

All’incontro hanno partecipato i direttori generali di Banca Felsinea Andrea Alpi, LA BCC ravennate forlivese e imolese Gianluca Ceroni, di Rivierabanca Gianluca Conti e di Emil Banca Daniele Ravaglia che, nel corso dei loro interventi, hanno sottolineato l’importanza di richiamarsi ai valori propri del credito cooperativo quali la mutualità e la vicinanza al territorio e alle persone. Principi ed esperienze identitarie di un mondo portatore di utilità e fonte di sviluppo di tutti gli stakeholder di riferimento.

Il video integrale della tavola rotonda First Cisl: