Coronavirus, Colombani, la speranza prima di tutto

Le misure decise dal governo per il contenimento del coronavirus rappresentano senza dubbio un atto straordinario, ma si tratta di un atto reso necessario dalla realtà che abbiamo sotto gli occhi e dalle indicazioni che vengono dalla comunità scientifica. Con il decreto varato ieri si limitano ulteriormente i contatti sul lavoro e si impongono nuove restrizioni alla mobilità, che si aggiungono a quelle già previste nella zona rossa, la più duramente segnata dalle conseguenze dell’emergenza. A tutti i loro abitanti, a tutte le persone colpite dal contagio, a tutti i lavoratori va la solidarietà della First Cisl.

Una solidarietà che vogliamo coniugare con un messaggio di speranza: nonostante le difficoltà e le restrizioni, l’Italia può contare sulle risorse di un tessuto comunitario e civile che sotto molti aspetti non ha eguali al mondo. Lo dimostrano l’impegno quotidiano di quanti operano in prima linea così come le iniziative che stanno fiorendo nel volontariato, nell’associazionismo, nei rapporti di vicinato. Non è il momento di scoraggiarsi, ma di continuare ad operare con dedizione ciascuno nell’ambito delle sue responsabilità.

Le misure, pur dolorose, che modificano temporaneamente il nostro stile di vita, che inibiscono forme di socialità considerate da sempre la base del nostro vivere civile, non devono indurci all’avvilimento, a lasciarci preda della tentazione di abbandonare il campo. Il sindacato in special modo deve trovare le energie per adempiere alla sua missione, che è prima di tutto una missione sociale: rinsaldare le relazioni, prendersi cura di chi rimane indietro, accompagnare. In una parola: unire.

I sindacati dei bancari si sono mossi fin dall’inizio con senso di solidarietà e spirito di servizio, sia nei gruppi che a livello nazionale, per assicurare il massimo della tutela ai lavoratori senza per questo penalizzare la clientela. Abbiamo chiesto nei giorni scorsi a Abi, Federcasse e Ania di aumentare le giornate di permesso retribuito in favore dei genitori che si trovano a far fronte alla chiusura delle scuole. Una richiesta che a questo punto, con l’estensione della chiusura a tutto il Paese, diventa una necessità ineludibile.

È indispensabile che tutte le parti sociali sentano su di sé la responsabilità di contribuire al bene pubblico in un momento che obiettivamente non ha precedenti per gravità nella storia recente. Per questo ci aspettiamo che l’Abi, dopo la lettera unitaria inviatale oggi dai sindacati, che certifica l’approvazione del nuovo contratto nazionale da parte dei lavoratori e rinvia le assemblee ancora da svolgere, dia applicazione all’accordo firmato il 19 dicembre scorso. Mai come adesso la coesione sociale viene prima degli interessi di parte.

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani