8 marzo, Elena Beltrami, accanto a tutte le donne ogni giorno

Nel mondo del lavoro alla parola donna si associano spesso termini come: divario salariale e di genere, molestie, discriminazione, esclusione, difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia. In sostanza possiamo e dobbiamo chiederci se l’8 marzo, per le donne che lavorano, sia veramente una festa.

Come sindacato riteniamo esistano troppi luoghi di lavoro in cui l’essere donna può significare il subire discriminazioni e ingiustizie e ribadiamo a gran voce come la questione di genere debba essere solo una delle caratteristiche dell’individuo, che non può e non deve mai diventare una discriminante.

Le donne non ambiscono ad essere festeggiate una volta l’anno: sarà veramente una festa quando esse avranno le stesse prerogative degli uomini! I dati statistici ci dicono che in Italia le lauree sono raggiunte dalle donne in percentuale maggiore, eppure una donna su due non lavora -non per propria scelta- e il salario è mediamente un quinto inferiore rispetto a quello dei maschi.

Al netto di queste considerazioni viene da dire che c’è ben poco da festeggiare, anche se in questa giornata riteniamo sia comunque giusto ricordare quelle conquiste sociali, economiche e politiche in parte raggiunte con grande sforzo nel tempo: ancora tanta strada c’è da percorrere e tante discriminazioni da estirpare.

L’Italia è uno degli Stati dell’Unione Europea in cui si registra la differenza più marcata nel tasso di occupazione tra generi: le più svantaggiate sono soprattutto le donne con figli, che hanno un tasso di occupazione del 56% contro il 91% dei padri.

La condizione femminile nel mondo del lavoro ha ancora bisogno di sostegno, riflessioni, impegno e azioni concrete da parte di tutte le parti interessate.

Le aziende più virtuose si stanno impegnando sempre più per garantire la parità sul posto di lavoro, mirando a ottenere anche la “certificazione delle parità di genere”, un intervento del PNRR volto ad accompagnare e incentivare l’adozione di politiche di riduzione del divario di genere e ad aumentare l’inclusione femminile, assicurandone la qualità e promuovendo la trasparenza. L’obiettivo da raggiungere è che le donne non si trovino più costrette a scegliere tra lavoro, carriera e famiglia.

First Cisl svolge la sua azione quotidiana utilizzando anche la leva della trattativa nei contratti nazionali e aziendali ed è grande l’impegno per favorire un’idea di organizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze di tutela e intervento necessarie.

Quando la parità di genere non sarà un miraggio e potremo finalmente rimarcarla ed evidenziarla nelle estrapolazioni oggettive dei dati ministeriali e statistici, l’8 marzo sarà finalmente “Festa della donna”.

Fino ad allora ci rimboccheremo le maniche ogni giorno accanto a tutte le donne.

Elena Beltrami
Segretaria First Cisl Brescia

Allegati: 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna