L’Emilia Romagna si trova ad affrontare un progressivo processo di rarefazione della presenza bancaria sul territorio, fenomeno che coinvolge l’8,2% dei comuni regionali già privi di sportelli e un ulteriore 21,2% che rischia di perdere l’unico presidio rimasto. In questo scenario complesso, le province di Bologna e Ferrara offrono due prospettive divergenti: la prima, sebbene ancora solida, mostra i segni di una lenta ma costante erosione; la seconda si distingue come caso virtuoso, grazie a dinamiche territoriali e scelte strategiche che hanno rafforzato la rete di prossimità bancaria.
Bologna, cuore economico e amministrativo della regione, conserva una posizione relativamente favorevole nel contesto nazionale, classificandosi al 16º posto per incidenza assoluta di desertificazione bancaria. Tuttavia, l’analisi dell’indicatore relativo ai comuni dotati di un solo sportello la colloca al 12º posto, segnalando una crescente fragilità in alcune aree periferiche, dove il rischio di esclusione dai servizi essenziali si fa più tangibile. Tre comuni risultano già completamente privi di presidi bancari: Grizzana Morandi, Castel di Casio e Fontanelice. A questi si affiancano sei realtà territoriali che sopravvivono grazie a un’unica filiale, rendendole vulnerabili a un’ulteriore contrazione dell’offerta: Sala Bolognese, Marzabotto, Bentivoglio, Borgo Tossignano, Camugnano e Castel del Rio.
In netta controtendenza rispetto al panorama circostante, la provincia di Ferrara si distingue per un andamento significativamente più stabile e proattivo. Collocata al primo posto in Italia per il minor livello assoluto di desertificazione bancaria, essa rappresenta un esempio concreto di resilienza istituzionale e comunitaria. Tale risultato è stato in parte favorito dall’insediamento recente di una banca di credito cooperativo, che ha contribuito al mantenimento della presenza bancaria in un contesto in cui molte altre realtà tendono al disimpegno. Tuttavia, l’analisi dell’indice parziale, relativo ai comuni con un solo sportello, colloca Ferrara al 56º posto, segnalando una condizione di latente vulnerabilità: sei comuni (Vigarano Mainarda, Riva del Po, Ostellato, Lagosanto, Jolanda di Savoia e Masi Torello) sono oggi affidati a un unico sportello. Sebbene non si registrino comuni completamente desertificati, la stabilità di questa configurazione dipende dalla volontà delle banche operanti attualmente più presenti nei territori con sportelli unici.
Tali dinamiche locali si inseriscono in un contesto regionale e nazionale che suscita preoccupazione crescente. A livello regionale, sono oltre 34.500 i cittadini emiliano-romagnoli residenti in comuni privi di banche, una condizione aggravata dal fatto che più della metà di essi ha perso l’accesso ai servizi bancari nell’ultimo decennio. Altri 214mila abitanti vivono in territori con una sola filiale, un numero in crescita di circa 17mila unità nell’ultimo anno. Sul versante economico, più di 2.300 imprese hanno sede in comuni desertificati, mentre oltre 15.400 operano in contesti serviti da un solo sportello, con un incremento di circa mille unità rispetto all’anno precedente.
Il quadro emiliano-romagnolo mostra come, tra le banche che più frequentemente figurano tra le ultime a ritirarsi dai comuni, compaiano Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e Bper Banca in un territorio in cui il 5% della superficie è oggi sprovvista di qualsiasi infrastruttura bancaria.
Cinzia Bonsetti, componente di segretaria First Cisl Area metropolitana bolognese e Ferrara, intervistata da ètv – Rete 7 evidenzia come, a rendere più critica la situazione contribuisca anche la bassa penetrazione dell’internet banking nel nostro Paese, che coinvolge soltanto il 55% della popolazione, a fronte di una media europea del 67,2%. Tale divario digitale si acuisce ulteriormente tra le fasce d’età più avanzate: una criticità, spiega Bonsetti, che interessa anche le zone più periferiche della provincia di Bologna, in particolare quelle montane, dove la popolazione, prevalentemente anziana, incontra difficoltà a spostarsi verso i comuni limitrofi dotati di almeno uno sportello bancario. Questa barriera strutturale nel recepire l’alternativa digitale fa della desertificazione bancaria un potente acceleratore di marginalizzazione e diseguaglianze, soprattutto nelle comunità montane, rurali o demograficamente fragili.
In tale contesto, la condizione virtuosa di Ferrara rappresenta un modello da osservare e, se possibile, replicare, mentre la situazione bolognese merita attenzione per prevenire ulteriori arretramenti. “Con l’Osservatorio – conclude Bonsetti – stiamo monitorando attentamente il fenomeno e presentiamo queste istanze sia agli operatori di credito, che alle istituzioni. Ricordiamoci che le banche hanno una funzione essenziale sociale per le comunità.” Il progressivo svuotamento del presidio bancario, oltre a rappresentare un tema infrastrutturale, richiede risposte articolate e coordinate per salvaguardare il diritto di accesso a un servizio essenziale per la cittadinanza e il tessuto produttivo.
Qui i dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria elaborati dalla Fondazione Fiba di First Cisl
Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Emilia Romagna
Qui l’intervista a Cinzia Bonsetti, componente di segreteria First Cisl Area metropolitana bolognese e Ferrara