L’ultima giornata del 3° Congresso First Cisl si è conclusa con l’intervento del Segretario Cisl nazionale Giorgio Graziani. Di seguito, alcuni passaggi salienti del suo intervento:
“Ricordiamo tutti cosa è accaduto il 7 ottobre del 2023, ma questo per Israele non può essere l’alibi per fare una strage. L’unica soluzione è due popoli, due stati, evitando di allargare il conflitto”. Così Giorgio Graziani, Segretario confederale Cisl, intervenendo alla terza e ultima giornata del 3° Congresso First Cisl, a Roma.
Dopo una panoramica sulla situazione internazionale, il Segretario confederale si è soffermato sullo stato di salute dell’economia nazionale: “Dobbiamo difendere il modello sociale, economico e produttivo che la Cisl è stata capace di promuovere in questo Paese”, ha detto Graziani. E a proposito dell’accesso al credito ha dichiarato: “In generale gli utili delle imprese vanno bene, il sistema bancario italiano è solido, ma sarei più contento se ci fossero meno imprese che si lamentano per la difficoltà di accedere al credito, e mi riferisco in particolare alle piccole e medie imprese. Il sistema industriale nazionale si basa su una pubblica amministrazione efficiente ed efficace, capace di produrre servizi snelli, senza burocrazia, in grado di garantire l’investimento e poi offrire credito”.
“Un dato deve far riflettere: in Italia – ha sottolineato – paghiamo l’energia il 50% in più della Spagna e il 30% in più di Francia e Germania. Dobbiamo rivedere l’idea dell’approvvigionamento energetico, dobbiamo occuparci di energia nucleare, capire se è sicura, forte, sostenibile e capace di essere una fonte di energia pulita che in prospettiva, una volta finita la transizione del gas, ci permetta di costruire la decarbonizzazione in un mix energetico completo”. Per Graziani “il Governo deve costruire il sistema industriale su filiere produttive capaci di caratterizzare il nostro paese”.
E a proposito di contrattazione: “La First fa contratti con grande capacità,ottenendo risultati di tutto rispetto per il primo livello, dove per prima ha inserito la partecipazione reale; e questa è una medaglia che va riconosciuta. E vedo lo stesso impegno e gli stessi risultati significativi per il secondo livello. Noi abbiamo il compito di contrattare il salario, perché altrimenti diventa un referendum. E abbiamo visto tutti cosa succede quando si banalizzano temi complessi come il lavoro: i 4 quesiti trattano criticità sulle quali va instaurato il confronto e il dialogo con il Governo per ottenere ciò che serve, eliminando le storture. Con il referendum, invece, se vince il no, o se non si raggiunge il quorum, è finita, non si cambia nulla. Sulla cittadinanza è stato compiuto il delitto perfetto: i cittadini stranieri hanno la necessità di costruire un futuro, il Paese ha necessità di avere persone che vengono dall’estero per costruire il suo progetto di futuro, ma il tema è stato banalizzato con un referendum che è andato come sapete”. Quando gli strumenti sono sbagliati e si banalizza, si semplifica con un quesito, si politicizza e si strumentalizza, si tolgono il dialogo, il confronto, la contrattazione, la possibilità di migliorare le condizioni”.
“L’intelligenza artificiale – ha proseguito Graziani – deve essere al servizio della persona, non il contrario. Alle imprese grandi e piccole dobbiamo chiedere quali sono gli investimenti tecnologici e digitali, come si usa l’IA, quali sono i limiti di questo strumento. Non dobbiamo essere preoccupati per il passaggio sostitutivo della tecnologia su alcuni ambiti: è vero, diminuisce l’occupazione, e quindi dobbiamo sperare che ne crei da qualche altra parte, e soprattutto che si crei occupazione di qualità. Dobbiamo difendere la dignità del lavoro e della persona”.
Poi Graziani ha commentato l’iniziativa della mattina con Monica Setta e Serena Dandini: “Sulle politiche di genere e le donne in First Cisl c’è una bella sensibilità. Mi rallegro di sentire quello che è stato detto dal palco: il grande problema delle politiche di genere non sono le donne, ma sono gli uomini che continuano a scrivere leggi e continuano a scrivere norme contrattuali. Non c’è una legge disuguale o una norma diseguale: viviamo in un contesto lavorativo, ma soprattutto domestico, nel quale diamo per scontato che il lavoro di cura per i bambini e gli anziani, e tutta l’attività interna della casa la deve fare la donna. La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro non è per le donne, è per tutti. E quindi ben venga questo salto culturale del sindacato, che deve collaborare ancora di più con la scuola per educare a questa forma di civiltà. Dobbiamo essere capaci di prenderci la nostra responsabilità”, ha concluso Giorgio Graziani.
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