17 maggio 2025, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Il manifesto First Cisl

A volte non servono parole platealmente offensive per ferire: basta uno sguardo di troppo, una battuta fuori posto, un tono allusivo, occhiate complici, un commento apparentemente neutro, ma impalpabilmente denigratorio. Sono le cosiddette microaggressioni “forme sottili di aggressione che possono essere relativamente invisibili, ma comunque potenzialmente dannose” per la qualità della vita e il benessere di chi le subisce.

In particolare sul posto di lavoro questo succede, e, a leggere i dati, succede ancora più spesso alle persone appartenenti alla comunità  Lgbtqia+.

Il 17 maggio, data in cui nel 1990 l’Oms eliminò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, serve proprio a favorire una riflessione collettiva su quanto ancora resta da fare per garantire una convivenza civile nella società e nel mondo del lavoro affinché ciascuno si senta rispettato come persona, potendo esprimere liberamente il proprio “essere” con pari dignità e pari opportunità.

Nonostante a livello internazionale e nazionale esistano costituzioni, convenzioni, strategie e leggi che sanciscono il principio di uguaglianza, le discriminazioni continuano. La Convenzione n. 111 dell’Ilo vieta ogni forma di discriminazione in ambito lavorativo; l’articolo 3 della nostra Costituzione garantisce pari dignità e diritti senza distinzione; l’Unione europea, con la sua Strategia per l’uguaglianza Lgbtiq 2020-2025, e l’Italia, con la Strategia nazionale Lgbt+ 2022-2025, hanno posto obiettivi concreti per contrastare esclusione e violenze.

E poi c’è la normativa dell’Unione europea (Direttiva 2000/78/Ce) e quella italiana (D.lgs. 216/2003) che proibiscono ogni forma di discriminazione nel lavoro e nelle condizioni lavorative, basata, tra l’altro, sul sesso e sull’orientamento sessuale.

Eppure, i numeri raccontano un’altra storia.

Secondo le due più recenti indagini sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone Lgbt+ svolte da Istat-Unar del 2022 e del 2023, la maggior parte delle persone intervistate riferisce di evitare di dichiarare il proprio orientamento sessuale sul posto di lavoro per non incorrere in discriminazioni già in fase di assunzione; circa 1 persona su 5 afferma di aver vissuto almeno un evento di clima ostile o aggressione nel proprio ambiente di lavoro, 8 persone su 10 riferiscono di essere state vittime di “microaggressioni”, 4 su 10 dichiarano di essere state penalizzate dal punto di vista retributivo e di carriera. La maggior parte riferisce anche di non parlare della propria vita privata e di evitare di frequentare colleghe e colleghi nel tempo libero.

Il gap tra norme e realtà, tra principi e prassi, resta profondo. Per questo First Cisl anche quest’anno pubblica il manifesto con cui ribadisce il proprio impegno concreto contro ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle caratteristiche sessuali.

Nel manifesto First Cisl 2025, un messaggio semplice e diretto:

“Sosteniamo e difendiamo il diritto delle persone di essere chi sono”.

Sullo sfondo, una mappa del mondo attraversata dai colori dell’arcobaleno e una catena di persone che si tengono per mano, simbolo di solidarietà, inclusione e del legame umano che unisce tutte e tutti, al di là delle differenze.

Non è solo la celebrazione di una giornata simbolica; l’impegno di First Cisl è costantemente teso a creare contesti in cui ogni persona possa svolgere la propria attività lavorativa e affermare la propria identità in modo libero, sereno e sicuro. Perché dignità, pari opportunità e rispetto non sono concessioni, ma diritti fondamentali, per questo salvaguardarli è una responsabilità civile e morale di tutte e tutti.

Il manifesto First Cisl