Desertificazione bancaria su ItaliaOggi. “Sportelli bancari, un miraggio. Record di chiusure: quasi metà dei comuni è senza filiali”

“La tendenza delle banche ad abbandonare i territori prosegue. Anzi, nel primo trimestre del 2025, è stato registrato un record negativo, con la chiusura di altri 95 sportelli e un calo dello 0,5%”. Così scrive la giornalista Roxi Tomasicchio che firma un ampio servizio, pubblicato da ItaliaOggi, dal titolo “Sportelli bancari, un miraggio”. “Quasi la metà dei Comuni (42,9%) – si legge sul quotidiano – è priva di una filiale di un istituto di credito. In crescita anche il numero delle imprese che hanno la propria sede in Comuni desertificati: 846 in più rispetto al trimestre precedente (…) La curva è sempre più in discesa. Nel primo trimestre, secondo i dati resi disponibili al 31 marzo 2025 da Banca d’Italia e Istat ed elaborati dalla Fondazione Fiba di First Cisl, le banche italiane hanno chiuso 95 sportelli, in linea con la tendenza che a fine 2024 ha portato il numero sotto quota 20mila. Infatti, negli ultimi tre mesi dello scorso anno c’è stata una accelerata del fenomeno: 432 sportelli chiusi (il numero più elevato dall’inizio delle rilevazioni nel 2022), 82 comuni abbandonati, 282.688 imprese (18.834 in più rispetto al 2023) con sede in comuni desertificati. Dal punto di vista geografico, le regioni più colpite sono state Liguria (- 1,2%), Veneto (- 1%) e Friuli Venezia Giulia (- 0,9%). Al contrario, c’è stato un aumento di uno sportello in Calabria e Umbria, in entrambi i casi dovuto a banche di credito cooperativo”.

ItaliaOggi rilancia le considerazioni di Riccardo Colombani, Segretario generale nazionale First Cisl, che sottolinea come il 2025 si sia «aperto all’insegna di un forte aumento della desertificazione bancaria. Nel primo trimestre altri 5 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio, mentre in 18 comuni le chiusure hanno ridotto la presenza a un solo sportello. Nel complesso la ritirata delle banche dai territori interessa 100mila persone in più rispetto alla fine del 2024. La situazione – continua Colombani – sarebbe peggiore, peraltro, se non vi fosse il presidio delle banche di credito cooperativo. In 9 dei 18 comuni parzialmente desertificati l’unico sportello rimasto appartiene a una Bcc. In questo contesto non può che destare preoccupazione l’ulteriore concentrazione del sistema che si profila come conseguenza delle operazioni di aggregazione in via di definizione, con i probabili riflessi negativi sulle reti di filiali e sulle persone occupate. Le banche di credito cooperativo hanno l’occasione, impiegando in modo virtuoso il capitale abbondante prodotto dalla gestione, di rilevare gli sportelli che verranno dismessi. Iccrea e Ccb alla fine dello scorso anno, infatti, avevano complessivamente un capitale di primaria qualità in eccedenza rispetto ai requisiti regolamentari, di 16 miliardi di euro (…) Pur considerando le ragionevoli cautele discendenti dal principio di sana e prudente gestione – rimarca il leader dei bancari della Cisl – ci sono ampi margini per le Bcc di aumentare le quote di mercato».

La giornalista Roxi Tomasicchio evidenzia che “il numero complessivo di comuni privi di uno sportello bancario al quale effettuare una qualsiasi operazione, sia per i privati cittadini, sia per una impresa, è salito a 3.386 (42,9%). Di conseguenza, cresce il numero delle persone che non hanno accesso ai servizi bancari o rischiano di perderlo: rispetto al 31 dicembre 2024 sono oltre 11 milioni, dei quali più di 4,6 milioni (+ 0,2%) vivono in comuni totalmente desertificati; quasi 6,4 milioni (+ 1,3%) in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. Come rilevato già nel 2024, il fenomeno non interessa più solo i piccoli centri, ma sta investendo anche quelli più popolosi. Infatti, è senza sportello un comune con più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta). L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna a ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie”.

ItaliaOggi pubblica “La graduatoria relativa a marzo 2025” che “ vede, tra le province meno desertificate, quelle di Barletta Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano al 22° posto, Roma al 37°, Napoli al 45°. Sugli ultimi gradini della classifica, invece, Vibo Valentia e Isernia. La digitalizzazione non è la causa. Leggendo in parallelo i dati sulla diffusione dell’internet banking ci si rende conto che non è tra le cause dell’emorragia di sportelli: in Italia lo utilizza solo il 55% degli utenti contro una media Ue del 67,2%. Quindi, la presenza sempre più diradata di banche sia un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali”.

L’articolo di ItaliaOggi:

Il 12° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 31 marzo 2025

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba