Anche nel 2025 prosegue la tendenza delle banche ad abbandonare i territori. Quasi la metà dei comuni è priva di sportelli: 3.386, il 42,9% del totale, con oltre 4,6 milioni di residenti. Liguria, Veneto e Friuli Venezia Giulia le regioni più colpite. Colombani: “Bcc presidio fondamentale, l’istituzione dell’Osservatorio sulla desertificazione in Toscana è un risultato importante”
Nel primo trimestre del 2025 le banche italiane hanno chiuso 95 sportelli, in linea con la tendenza che a fine 2024 ha portato il loro numero sotto quota 20mila. Va ricordato infatti che l’ultimo trimestre dell’anno scorso aveva registrato il numero più elevato di chiusure (432) dall’inizio delle rilevazioni nel 2022. Nei primi tre mesi del 2025 il calo è dello 0,5%: un record anche questo, dal momento che, confrontando la serie relativa ai primi tre mesi degli anni passati, il primo trimestre del 2025 segna il dato peggiore.
È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 marzo 2025 da Banca d’Italia e Istat.
I tagli alla rete fisica non hanno investito in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono state Liguria (- 1,2%), Veneto (- 1%) e Friuli Venezia Giulia (- 0,9%). Si rileva un aumento di uno sportello in Calabria e Umbria, in entrambi i casi dovuto a banche di credito cooperativo.
In fuga dai comuni
Nel primo trimestre dell’anno altri 5 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio. Il numero complessivo è salito quindi a 3.386, pari al 42,9% del totale.
Continua ad aumentare anche il numero delle persone che non hanno accesso ai servizi bancari o rischiano di perderlo: rispetto al 31 dicembre 2024 sono oltre 11 milioni. Di queste, più di 4,6 milioni (+ 0,2%) vivono in comuni totalmente desertificati; quasi 6,4 milioni (+ 1,3%) in comuni in via di desertificazione, quelli con un solo sportello. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 846 in più rispetto al trimestre precedente.
Si confermano anche le dimensioni rilevanti dei centri colpiti dalla desertificazione: senza sportello un comune con più di 20mila abitanti (Trentola Ducenta, in provincia di Caserta).
Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 55% degli utenti contro una media Ue del 67,2%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 33,9% utilizza l’internet banking contro una media Ue del 44,7%).
La mappa delle province
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede a marzo 2025 tra le province meno desertificate quelle di Barletta- Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Pisa, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia.
Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 22°, Roma 37°, Napoli 45°. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia.
Colombani: Bcc presidio fondamentale, l’istituzione dell’Osservatorio sulla desertificazione in Toscana è un risultato importante
“Anche il 2025 si è aperto all’insegna di un forte aumento della desertificazione bancaria. Nel primo trimestre altri 5 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territorio, mentre in 18 comuni le chiusure hanno ridotto la presenza ad un solo sportello. Nel complesso la ritirata delle banche dai territori interessa 100mila persone in più rispetto alla fine del 2024 – sottolinea il Segretario generale nazionale First Cisl Riccardo Colombani – La situazione sarebbe peggiore, peraltro, se non vi fosse il presidio delle banche di credito cooperativo. In 9 dei 18 comuni parzialmente desertificati l’unico sportello rimasto appartiene ad una Bcc. In questo contesto non può che destare preoccupazione l’ulteriore concentrazione del sistema che si profila come conseguenza delle operazioni di aggregazione in via di definizione, con i probabili riflessi negativi sulle reti di filiali e sulle persone occupate. Le banche di credito cooperativo hanno l’occasione, impiegando in modo virtuoso il capitale abbondante prodotto dalla gestione, di rilevare gli sportelli che verranno dismessi. Iccrea e Ccb alla fine dello scorso anno, infatti, avevano complessivamente un capitale di primaria qualità in eccedenza rispetto ai requisiti regolamentari, di 16 miliardi di euro. Insomma, pur considerando le ragionevoli cautele discendenti dal principio di sana e prudente gestione, ci sono ampi margini per le Bcc di aumentare le quote di mercato”.
“È positivo che su questo tema si sia ormai diffusa una sensibilità trasversale alla società ed alla classe politica, che da ultimo – aggiunge Colombani – ha consentito l’istituzione di un Osservatorio sulla desertificazione bancaria da parte della Regione Toscana, un organismo aperto a tutti gli stakeholder con il compito di portare avanti soluzioni nell’interesse della collettività. Si tratta di un risultato importante, pienamente coincidente con le proposte avanzate nel tempo da First Cisl. L’auspicio – conclude Colombani – è che si proceda con speditezza in tutte le regioni italiane che non hanno ancora costituito Osservatori ad hoc, considerato che le banche non cooperative non stanno manifestando alcuna intenzione di arrestare il trend delle chiusure”.
Qui il 12° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 31 marzo 2025
Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba