Semestrali prime 5 banche italiane, ancora interesse per lo studio di First Cisl

Rimane vivo l’interesse sull’analisi dell’Ufficio studi di First Cisl che ha passato in rassegna le semestrali delle prime cinque banche italiane evidenziando come il sistema abbia “anticorpi solidi contro la crisi”. Del dettagliato report sono tornati ad occuparsi Economy Magazine e We Wealth titolando rispettivamente “Le banche hanno retto al Covid. La First Cisl: “Quindi, no ai tagli”” e “Banche, sindacati: inaccettabili nuovi tagli all’occupazione”.

“Un approccio scientifico, da analisti finanziari, e dunque un’analisi e una sintesi: a giudicare dalle relazioni semestrali dei primi cinque istituti di credito italiani, rileva il sindacato dei bancari Cisl, il settore ha retto piuttosto bene alla crisi del Covid e dunque non ha riportato tali danni da giustificare i tagli ai costi, e soprattutto agli organici, che invece da più parti vengono prospettati”. Lo scrive Sergio Luciano su Economy Magazine mettendo in evidenza come per First Cisl ci sia stata “una sostanziale tenuta dei ricavi operativi (- 4,2% rispetto a giugno 2019). Ancora più contenuta è la riduzione del margine primario per dipendente (- 2,5%), nonostante il lungo lockdown abbia limitato fortemente l’operatività. Non sono quindi accettabili nuovi tagli all’occupazione dopo che il personale, nel periodo considerato, è stato ridotto di 5mila addetti, con una conseguente contrazione dei costi operativi ( – 2,1%) e la chiusura di oltre 500 filiali. Questa riduzione dei costi, che pure include gli oneri per gli interventi straordinari Covid-19, ricomprende una diminuzione delle spese per il personale del 2,1%”.

“Il risultato netto aggregato – rimarca Sergio Luciano che riporta ampi stralci della relazione del sindacato dei bancari della Cisl – ha chiuso in territorio negativo, ma vanno evidenziati l’aumento eccezionale (+ 72%) e l’incidenza delle rettifiche su crediti alla clientela (5,3 miliardi) . Si tratta in larga misura (2,7 mld) di accantonamenti disposti per fronteggiare il futuro impatto della pandemia sull’attività economica. Senza di essi il dato sarebbe stato ampiamente positivo”.

“Spicca poi la maggiore solidità patrimoniale dell’insieme aggregato, con il CET1 Ratio phased-in che passa dal 13.6% del dicembre 2019 al 14.4%. Ciò, insieme all’allentamento delle misure regolamentari deciso a marzo, porta a stimare un’eccedenza patrimoniale sui requisiti minimi di oltre 46 mld, con un aumento di circa il 43% rispetto ai dati di fine anno”.

“Si conferma una costante l’aumento della produttività del lavoro, a riprova del contributo fondamentale offerto dai lavoratori anche nella fase dell’emergenza: il prodotto bancario per dipendente sale infatti dello 0.7%, nonostante l’avverso andamento della raccolta indiretta, influenzata dalle dinamiche dei mercati finanziari. Sul versante dell’offerta di credito, le banche non sembrano invece aver colto appieno l’opportunità offerta dalle garanzie statali introdotte dal governo con il decreto Liquidità: i prestiti alla clientela ordinaria crescono meno di un punto percentuale (+ 10 mld circa nel periodo considerato). Si riduce ancora l’incidenza netta dei crediti deteriorati (3.3%)”.

Sulla scorta di dati certi First Cisl mette in evidenza come “i dati delle semestrali renderebbero dunque inaccettabili nuovi tagli all’occupazione, dopo che il personale è stato ridotto di 5mila addetti da inizio anno”.

Anche la giornalista Rita Annunziata, su We Wealth, riporta le considerazioni del segretario generale di First Cisl a commento del report del suo ufficio studi: «I conti presentati dai primi cinque istituti italiani ci dicono che la pandemia non ha scosso il sistema, che anzi ha dimostrato grande resilienza. Le decisioni prese dalla Bce e dal governo consentono alle banche di assumere un ruolo decisivo per il rilancio dell’economia». Per Riccardo Colombani è adesso necessario un «salto di qualità che preveda una crescita del credito a imprese e famiglie, con più lavoratori dedicati e adeguatamente qualificati. Abbiamo assoluto bisogno di politiche anticicliche del credito, in grado di riattivare gli investimenti. In caso contrario rischieremmo di perdere una parte rilevante del nostro tessuto produttivo e dell’occupazione connessa». Per Colombani, infine, «la pandemia deve spingerci a riflettere sul ruolo delle banche e sulla loro funzione sociale» ma perché questo succeda «le banche devono divenire strumenti di politica pubblica» e la «presenza dello Stato nel sistema bancario non può più essere considerata un tabù».

 

In allegato lo studio First Cisl con le tabelle esplicative