Desertificazione bancaria in Sicilia, la stampa rilancia la proposta di Cisl e First Cisl di istituire un Osservatorio regionale

L’economia siciliana non mostra segni di cedimento. Come riporta il sito First Cisl Sicilia, l’Iter (Indicatore trimestrale dell’economia) – aggiornato da Banca d’Italia al 22 ottobre e rilasciato lo scorso 11 novembre – evidenzia che il Pil regionale, rapportato allo stesso periodo dello scorso anno, è aumentato dell’1,1%. La crescita si conferma così superiore a quella della media nazionale e del Mezzogiorno tutto. I dati positivi stridono con la politica di revisione commerciale degli istituti di credito che, sistematicamente, sopprimono sportelli.

Nello scorrere l’Aggiornamento congiunturale delle economie regionali di Banca d’Italia si rileva l’incremento del risparmio privato (+ 2,9% su base annua) come pure il ricorso delle famiglie ai prestiti erogati da banche e società finanziarie (+ 2,5% su base annua). In rialzo pure l’ammontare dei prestiti richiesti per l’acquisto di abitazioni (+ 1,4%) con 1 miliardo di capitale erogato. Sul fronte delle imprese, al netto del lieve miglioramento della qualità del credito, gran parte della domanda di assistenza bancaria è stata generata dalla necessità di sostenere gli investimenti, come evidenzia l’indagine su domanda e offerta di credito territoriale (Rbls, Regional bank lending survey).

L’unica nota stonata è il costo del denaro. Pur essendo sceso al 5% (5,7 per le erogazioni del quarto trimestre 2024) in Sicilia il valore del Taeg (Tasso annuo effettivo globale) è superiore dello 0,7% rispetto alla media nazionale. Anche il settore produttivo paga più cari i prestiti, il Tae (Tasso annuo effettivo), benché calato dal 7,2 al 6,5%, risulta essere più alto di ben 1,3 punti percentuali della media nazionale.

In estrema sintesi aumentano occupazione, fatturato delle imprese, reddito disponibile. Il paradosso della Sicilia è tutto qui, come evidenzia la stampa regionale che da ampio risalto alle posizioni di Cisl Sicilia e First Cisl Sicilia, tornate a sollecitare l’istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria.

“La Cisl: paradossi di Sicilia. L’economia cresce ma le banche arretrano”, titola il Giornale di Sicilia, Per Blog Sicilia “Credito più caro e sportelli in calo: l’allarme della Cisl sulla situazione siciliana”. Nella sua titolazione La Nazione Siciliana, rimarca come l’economia sia in crescita ma con banche in fuga aggiungendo che “La Cisl regionale lancia l’allarme su costo del denaro e desertificazione bancaria”. Il Fatto Nisseno scrive: “Credito, Cisl Sicilia: osservatorio anti-crisi su attività bancaria”. Tele Monte Kronio evidenzia che “In Sicilia l’economia va bene ma le banche chiudono, nuovo intervento della Cisl”. Accomunati dalla stessa impostazione Img Press, L’Eco del Sud, Giornale Centro Sicilia, Libertà Sicilia, Sicilia Oggi Notizie, Sicilia Tv, Palermo Today, Zazoom, Mondo Palermo, Agrigento Oggi, il Corriere di Sciacca, Risoluto, Enna Live, Enna Press, Dedalo Multimedia, Madonie e Dintorni, Radio Studio Due, Il Caffè Quotidiano, La Civetta di Minerva, questo il titolo: “Paradossi di Sicilia. L’economia va ma le banche chiudono. Il report Banca d’Italia e la proposta cislina al Governo Schifani”. La rassegna stampa si conclude con il blog della giornalista Anna Rita Di Leo che rilancia il tema della desertificazione bancaria contrapposto ai dati di Banca d’Italia che certificano la tenuta dell’economia siciliana.

“Da tempo evidenziamo la crisi che sta vivendo il sistema del credito in Sicilia – ha dichiarato il Segretario generale della Cisl Sicilia, Leonardo La Piana in particolare rispetto alle difficoltà crescenti che si affrontano nell’accesso al credito. Questo fenomeno rappresenta una vera e propria strozzatura per i siciliani, fortemente penalizzati sia da utenti che subiscono quotidianamente disagi, sia da imprenditori che non riescono a portare avanti gli investimenti. È ora di contenere questo trend che le istituzioni devono gestire e non assecondare. Al presidente della Regione Sicilia Schifani ribadiamo la necessità di accogliere la nostra proposta che mira a costituire un Osservatorio regionale sull’attività bancaria”.

“E’ impressionante Il ritmo con il quale le filiali bancarie cessano di operare – prosegue il Segretario generale First Cisl Sicilia, Fabio Sidoti. A soffrirne sono ampie fette di territorio già messe in difficoltà da carenze infrastrutturali. La banca è al contempo presidio di legalità e insopprimibile strumento di sostegno all’economia locale. La chiusura di uno sportello genera disagi a famiglie e imprese, contribuendo all’impoverimento della collettività.  E’ un concetto chiaro cui va dato il peso che merita perché all’orizzonte si stagliano possibili nuove operazioni di fusione che possono avere ricadute ancor più pesanti. Penso alla ricorrente ipotesi di aggregazione tra Credit Agricole Italia e Banco Bpm che in Sicilia operano con un totale di 120 sportelli. Molti di questi operano sulla stessa piazza. Eventuali operazioni straordinarie potrebbero generare altra desertificazione, pesanti ricadute sul personale e penalizzanti riflessi sulle complessive strategie commerciali. Un elevato tasso di concentrazione, con pochi brand bancari ormai rimasti nella nostra regione, quali effetti avrebbe sul costo del denaro che in Sicilia è già più caro di ogni altra parte d’Italia? Ecco l’Osservatorio regionale può avere questa ulteriore funzione di monitoraggio, complementare agli effetti della desertificazione bancaria”.

Il timore che eventuali operazioni di fusione tra istituti di credito comportino ulteriori dismissioni di sportelli e difficoltà di accesso ai servizi bancari è rimarcato da First Cisl a tal proposito il Segretario generale nazionale, Riccardo Colombani ha evidenziato come “La vera partita del risiko bancario è la conquista del risparmio degli italiani. Il modello di business delle grandi banche si sta spostando infatti in modo strutturale verso la gestione del risparmio, come si evince dal continuo aumento delle commissioni sui servizi di investimento. Si tratta di una strategia che, tuttavia, non produce effetti sull’economia reale dal momento che, a causa delle ridotte dimensioni del nostro mercato dei capitali, il risparmio solo in misura modesta si trasforma in investimenti”.

“Nonostante gli utili record, le banche italiane continuano a ridurre l’occupazione. Una contraddizione sempre più evidente: a fronte di proventi operativi in forte crescita, dall’inizio dell’anno i primi cinque gruppi hanno tagliato circa 6.700 posti di lavoro, mentre negli ultimi vent’anni il settore ha perso complessivamente 75mila posti di lavoro. La continua ricerca di efficienza – prosegue Colombani – è diventata una vera ossessione. Il cost/income è sceso al 39,8%, ben 12 punti percentuali al di sotto delle grandi banche europee, mentre il costo del personale rappresenta appena il 24,7% dei ricavi. Ma questa compressione ha un prezzo: organici insufficienti, con conseguente aumento dei rischi operativi e personali, peggioramento della qualità del servizio”.

“È necessario invertire la rotta. L’innovazione tecnologica deve essere complementare al lavoro umano, non sostitutiva. Serve un impegno vero, concreto in questa direzione nella Cabina di regia sul digitale prevista dal contratto nazionale dei bancari, che di recente ha avviato i lavori. Basta con l’addestramento alla vendita di prodotti finanziari. Servono invece investimenti cospicui sulla formazione, insieme all’obiettivo – conclude il Segretario generale nazionale First Cisl – per rendere le banche italiane, che oggi hanno il record negativo in Europa per l’occupazione under 40, luoghi capaci di attrarre giovani e garantire servizi adeguati ai cittadini e al tessuto produttivo del Paese”.


Il servizio di Tele Radio Monte Kronio “Rmk-Tv”:


Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba

Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Sicilia