Congresso First Cisl 2025, gli interventi dei rappresentanti dei principali gruppi bancari

Il 3° Congresso nazionale di First Cisl ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei principali gruppi bancari italiani:

Roberto Cascella, Chief People & Culture Officer di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato che il tema della partecipazione, tanto caro a First Cisl, caratterizza anche Intesa Sanpaolo. È dal 2013 che il gruppo tiene in debita considerazione la partecipazione dei dipendenti ai nuovi processi operativi: è un tratto distintivo al quale non si intende rinunciare. Il comitato welfare di Intesa Sanpaolo è un esempio qualificante dell’importanza delle relazioni sindacali che nella banca hanno permesso di anticipare i cambiamenti. L’intelligenza artificiale avrà un ruolo importante: non sarà il fine, ma il mezzo che sosterrà i dipendenti nel servire meglio la clientela. Il futuro proporrà tante sfide, da affrontare mantenendo l’unitarietà del tavolo sindacale, puntando a trovare buoni punti di mediazione.

Serenella Banfi, Head of Trade Union, Social Dialogue & Labour Law di Unicredit, ha sottolineato che questa stagione darà modo di nuovi confronti e porterà a mettere punti di cambiamento per il settore bancario e per i settori che lavorano attorno a questo comparto. Ha inoltre ricordato che, al momento del suo arrivo in Unicredit, era in corso la chiusura di un accordo sull’adeguamento delle competenze del personale. Un’intesa che inizialmente sembrava difficile da raggiungere, ma che è stata possibile grazie al dialogo, a dimostrazione che anche quando le parti sembrano lontane, con la volontà e l’obiettivo comune, si arriva a trovare soluzioni che sembrano impossibili da raggiungere.

Massimiliano Calvi, Responsabile relazioni industriali, compensation, pianificazione organico del Gruppo bancario cooperativo Iccrea, riferendosi al risiko bancario in corso, ha ribadito l’estraneità del gruppo rispetto a simili dinamiche, palesando invece la vicinanza dello stesso a famiglie e piccole medie imprese, in un’ottica di prossimità caratteristica del mondo del credito cooperativo. Rispetto al trend attuale, ha sottolineato la controtendenza del gruppo rispetto al calo occupazionale e alla chiusura delle filiali. Riferendosi poi alle tesi congressuali, ha condiviso la visione secondo cui la tecnica è al servizio dell’uomo e non si deve mai perdere di vista quanto sia necessario rimanere fedeli alla propria identità anche nella ricerca dell’efficienza dei costi.

Nel suo intervento Andrea Merenda, Chief People Officer di Bper Banca, ha sottolineato l’elevatissimo livello di qualità delle relazioni industriali nel settore bancario. Tra i pilastri fondamentali delle relazioni industriali in Bper c’è la “correntezza”: contatti e confronti costanti, continui, periodici e quotidiani con le organizzazioni sindacali su temi di immediata necessità, di carattere gestionale, di chiarimento e di approfondimento. Questo approccio consente di affinare le capacità di ascolto, di mettersi nei panni dell’altro e di attivare strumenti realmente innovativi, capaci di cogliere le sfumature nelle pieghe dell’evoluzione di una fase storica estremamente complessa.

Fiorella Ferri, Chief Human Capital Officer di Banca Monte dei Paschi di Siena, ha sottolineato l’importanza dei termini sviluppo e cultura, che caratterizzano il titolo del Congresso, definendoli come due facce della stessa medaglia: la cultura del lavoro, infatti, favorisce lo sviluppo dell’impresa. Ha poi aggiunto che lo sviluppo passa anche attraverso il dialogo, ed è proprio su questo terreno che si è costruita la solidità delle relazioni sindacali che hanno permesso di superare momenti difficili trovando soluzioni equilibrate.

Alberto Broglio, Head of Labour Relations and Compensation Policies di Crédit Agricole Italia (Cai), ha sottolineato i numerosi punti di convergenza con la cultura mutualistica, federativa e partecipativa di Cai, come la forte attenzione alle persone e ai territori. In un modello unitario ispirato a trasparenza, metodo e lungimiranza, questi elementi diventano fondamentali in uno scenario che si presenta sempre più complicato in prospettiva. Le statistiche evidenziano la presenza capillare del gruppo Cai in moltissimi territori. La digitalizzazione svolge un ruolo di supporto e sostegno, ma non potrà mai sostituire le persone. Centrale anche il tema della formazione e dell’educazione finanziaria, insieme alla partecipazione, un modello già adottato da Crédit Agricole in Francia.

Carlo Zucchetti, responsabile delle relazioni sindacali di Banco Bpm, ha espresso soddisfazione per l’importante accordo firmato lo scorso anno, raggiunto al termine di un confronto a tratti molto accesso. Ricordando i numerosi argomenti ancora sul tavolo, si è detto fiducioso nella possibilità di proseguire le trattative con l’obiettivo di sottoscrivere buoni accordi a favore delle lavoratrici e dei lavoratori di Banco Bpm, a partire dalle armonizzazioni.

Davide Pelucchi, responsabile relazioni industriali e Hr Operations di Generali Italia, ha sottolineato la qualità delle relazioni industriali nel settore e all’interno del Gruppo Generali, richiamando la recente firma del contratto integrativo di gruppo. Un contratto che ha definito ampio e articolato, soffermandosi in particolare sul tema della partecipazione, che – ha evidenziato – non può essere solo formale, ma deve concretizzarsi in un confronto reale e continuo con le organizzazioni sindacali. Ha infine ricordato l’istituzione di commissioni permanenti di confronto, con l’obiettivo di rendere strutturale il coinvolgimento del sindacato, in particolare sui temi cruciali della trasformazione e della sostenibilità.

Carlo Fazzi, Head of Labour Affairs and Ethics People & Culture area di Bnl Bnp Paribas, ha richiamato tre parole chiave presenti nel titolo del Congresso: coltiviamo, cultura nuova e sviluppo del lavoro. “Coltiviamo” – ha spiegato – per il gruppo significa prendersi cura delle persone, un risultato raggiunto nel tempo grazie a un sistema di relazioni industriali efficace. Una nuova cultura deve radicarsi all’interno dell’azienda, e su questo fronte sono stati fatti importanti investimenti. Significa cambiare paradigma: modificare il modo in cui impariamo, decidiamo e lavoriamo. Infine, lo sviluppo del lavoro passa per la trasformazione interna delle aziende: i clienti cambiano spesso le modalità di interazione con la banca, e questo non implica necessariamente la chiusura delle filiali, ma comporta la necessità di offrire un valore aggiunto anche sul canale digitale. Per questo competenze, organizzazione e formazione diventano ambiti strategici da sviluppare.


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