“Meno banche e sportelli”. Questo il titolo di MF Milano Finanza che confronta il tema della desertificazione bancaria in Italia con quanto succede in altri Paesi europei, rilanciato l’aggiornamento dello studio della Fondazione Fiba di First Cisl dal titolo “La desertificazione bancaria e l’evoluzione della territorialità delle banche italiane in rapporto a economia e società”. “Sistema bancario sempre più concentrato. Negli ultimi 30 anni – si legge sul quotidiano – il numero delle banche italiane è andato incontro a una drastica riduzione passando dalle 1.037 del 1993 ad appena 351 istituti di credito registrati alla fine del 2023. Un numero ben inferiore a quello della Polonia (573) per esempio o dell’Austria (443). E lontanissimo dalla Germania, che può ancora contare su 1.381 banche”.
MF evidenzia come “i mezzi amministrati dalle banche italiane si attestano oggi a circa 4.168 miliardi di euro, per la maggior parte concentrare nelle mani di 12 grandi istituti che da soli contano su un patrimonio netto di 201 miliardi su un totale di 282. Secondo gli esperti del Comitato scientifico della Fondazione Fiba, che ha analizzato l’evoluzione del sistema bancario in Italia dal 1999 al 2023, la cura dimagrante del nostro sistema ha preso l’avvio negli anni novanta ed è proseguita attraverso la crisi finanziaria del 2008, la riforma delle banche popolari e quella del credito cooperativo. Questo processo ha innescato quello, parallelo, della desertificazione bancaria dei territori”.
Del report cislino Milano Finanza sottolinea inoltre che «il numero degli sportelli ha toccato il suo massimo nel 2008 (34.139) per poi iniziare una rapidissima discesa che non si è ancora arrestata (20.909 a fine 2022). Nella prima parte del 2023 ne sono stati chiusi altri 593».
Il risultato è la riduzione del numero delle banche che ha favorito la concentrazione del sistema. “La quota dei primi 5 gruppi italiani sul totale degli attivi – riporta ancora il quotidiano economico-finanziario – è cresciuta di 24,9 punti dal 1999 al 2022, arrivando oggi a controllare oltre il 50% del mercato domestico, contro il 46,4% della Francia ed il 35% della Germania. Un’evoluzione che è dovuta in larga parte al crollo del numero delle banche a matrice cooperativa. Le banche popolari, per esempio, che nel 1996 erano 92, a fine 2023 si sono ridotte ad appena 17. Nello stesso periodo le banche di credito cooperativo sono scese da 591 a 222”.
Il report cislino sulla desertificazione bancaria sta ad evidenziare che «alla vigilia dell’entrata in vigore del Testo unico i comuni serviti da banche erano 5.479, mentre a fine 2022 se ne contano 4.785. Ma soprattutto è mutata la composizione demografica della popolazione. Italiani con più di 65 anni (16%) e giovani sotto i 15 (15,1%) erano in equilibrio trent’anni fa. Oggi i primi (23,7%) hanno doppiato i secondi (12,8%)».
Qui l’aggiornamento dello studio “La desertificazione bancaria e l’evoluzione della territorialità delle banche italiane in rapporto a economia e società”
Qui il 12° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 31 marzo 2025
Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba