Colombani: per avvicinare i giovani le banche riscoprano la loro funzione sociale

Giovani e settore bancario: un allarme occupazionale

“Nelle consuete rilevazioni trimestrali sull’occupazione dei vari settori dell’economia, l’Eurostat ha rilevato che gli occupati under 40 in Italia per i settori finanziario e bancario, escluse le assicurazioni e le attività connesse ai fondi pensione, nell’ultimo trimestre dello scorso anno rappresentavano solo il 24,6% del totale degli occupati, contro una media Ue del 40,1% ed in Francia del 41,8%. Solo la Grecia, con il 13,3%, fa peggio di noi. Si tratta di una situazione estremamente preoccupante, che dipende dalla draconiana riduzione dei posti di lavoro nelle banche e dal conseguente scarso ricambio generazionale, ma anche dal fatto che oggi, per i giovani, il lavoro in banca ha perso attrattività”. Lo ha dichiarato il Segretario generale nazionale First Cisl, Riccardo Colombani, intervenendo alla tavola rotonda “Giovani, mondo del lavoro e sindacato” che si è tenuta nel corso dei lavori del Congresso di First Cisl Emilia Romagna.

Il lavoro bancario deve tornare a dare senso

“Non è un problema retributivo, come dimostra anche l’ultimo rinnovo del contratto nazionale Abi, chiuso con un aumento del 15% della voce stipendio per chi è inquadrato come 3ª area 4º livello. Non è neppure un problema di mancanza di competenze. Al contrario – ha proseguito Colombani – sappiamo che la sovraqualificazione in Italia per i settori finanziario ed assicurativo è un fenomeno rilevante: il 30% circa delle persone con un grado di istruzione terziaria, che vengono assunte, finiscono in posizioni non adeguate al percorso di studi che hanno seguito. La media europea è del 20%, in Francia del 18,4%”.

“Inoltre, i giovani sembrano sempre più propensi a cercare nel lavoro il soddisfacimento di bisogni intangibili, alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che vanno al di là della retribuzione o della stabilità del posto di lavoro. Per avvicinarli al lavoro in banca penso che sia necessario puntare sul loro coinvolgimento, trasmettendo l’idea che il lavoro bancario assolve ad un indispensabile funzione sociale. Sotto questo aspetto c’è molto da fare, se solo si considera che, attualmente, quando si apre la possibilità di accedere alle prestazioni straordinarie del Fondo di solidarietà si registra l’overbooking. Insomma, se i più vicini all’età pensionabile fuggono a gambe levate, rinunciando a quote di retribuzione significative, è urgente un’evoluzione verso la cultura della vera responsabilità sociale d’impresa”.

Formazione, identità e tecnologia al servizio del lavoro

“A questo riguardo, credo che il credito cooperativo faccia davvero bene a realizzare formazione di tipo identitario sulla funzione sociale della cooperazione senza fine di speculazione privata. Di recente – ha ricordato Colombani – ho invitato Federcasse a convocare i sindacati per l’elaborazione di un protocollo sull’eventuale produzione, di sicuro, sull’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nell’organizzazione del lavoro e nei modelli di servizio alla clientela, seguendo i principi contenuti nel Regolamento europeo e che in Italia stanno per essere recepiti ed attuati, vista l’approvazione di un disegno di legge ad hoc il 20 marzo scorso al Senato. Serve una visione antropocentrica dell’IA e dobbiamo ricordarci che le nuove tecnologie rappresentano un mezzo, non un fine. Nonostante il settore bancario sia tra i più esposti all’impatto dell’intelligenza artificiale, dobbiamo garantire che quest’ultima rivesta una funzione complementare e non sostitutiva rispetto al lavoro”.

“Non va assolutamente trascurato, inoltre, il contributo che la formazione può dare per rendere più attrattivo il lavoro in banca. Questo – ha concluso il Segretario generale First Cisl – a patto che la formazione non sia addestramento alla vendita di prodotti finanziari, ma un mezzo per coniugare gli aspetti economici con quelli sociali del fare banca. Per questo, nell’accordo di rinnovo del contratto nazionale con Abi abbiamo stimolato la costituzione di osservatori paritetici sulla formazione, agevolando anche il percorso contrattuale con l’assistenza delle segreterie nazionali”.