La desertificazione bancaria non si cura tornando al passato, ma facendo leva su un aspetto oggi determinante per le banche come la reputazione. È il messaggio lanciato dal Segretario generale First Cisl Riccardo Colombani nel corso del convegno “Desertificazione bancaria – l’importanza dell’educazione finanziaria per famiglie ed imprese”, che si è svolto ieri a Sondrio. Per Colombani le classifiche di sostenibilità andrebbero costruite “sulla base di un indice di presenza territoriale e della disponibilità a realizzare programmi di educazione digitale a favore della clientela, soprattutto quella più anziana”. La presenza delle banche sul territorio assolve infatti ad un fondamentale compito sociale, come dimostra il fatto che “la presenza di sportelli sul territorio è apprezzata anche dai giovani”.
Il ruolo delle banche e degli altri intermediari è di fondamentale importanza anche ai fini dell’educazione finanziaria. Le iniziative che si tengono nelle scuole e le altre attività che vengono svolte durante il Mese dell’Educazione finanziaria sono meritorie, ma “produrranno effetti positivi nel lungo periodo”. Nel breve, il coinvolgimento degli intermediari è decisivo. La Raccomandazione Ocse del 2005 sull’educazione finanziaria prevede, seppur implicitamente, che gli intermediari debbano assolvere a tale compito prestando consigli oggettivi alla clientela”. Perché ciò avvenga servono “modelli di consulenza, che abbiamo al centro non il prodotto finanziario da collocare, ma qualità del servizio, per perseguire l’obiettivo di ricercare il miglior interesse del cliente”. Si tratta, peraltro, ha proseguito Colombani, di “un problema non solo italiano, ma europeo, come dimostra la forte opposizione incontrata dalla direttiva Ue Retail Investment Strategy, soprattutto riguardo al divieto degli incentivi pagati dalle fabbriche prodotto ai soggetti distributori”.
Altro problema da affrontare al più presto è il vuoto legislativo sull’educazione assicurativa e previdenziale. “Il Decreto-legge 237/2016, cosiddetto Salva Risparmio, ha introdotto la prima disciplina dell’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale, ma non contiene la definizione di educazione assicurativa e previdenziale. La cornice legislativa andrebbe, quindi, opportunamente completata”.
Tornando alla desertificazione bancaria, tra le cause, ha osservato Colombani, c’è la questione demografica, che vede accanto “all’invecchiamento della popolazione anche un profondo cambiamento della sua composizione, con l’aumento del numero delle famiglie e degli anziani soli”. Anziani che ovviamente incontrano difficoltà nell’utilizzo dei canali digitali. La banche, con le loro filiali, possono e devono essere quindi – ha concluso Colombani – i luoghi nei quali “la transizione digitale si compie in una logica di sostenibilità sociale”, la stessa logica “del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che tra i suoi assi strategici annovera, oltre alla transizione digitale e a quella ecologia, anche l’inclusione sociale”.