“Aumenta in Italia la desertificazione bancaria. Circa 4,4 milioni di italiani risiedono in comuni senza agenzie”. Così titola il servizio di Antonio Petrucci sul Quotidiano Nazionale, che riprende l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl.
Il giornalista parte dalla constatazione che “è ormai diventato facile e comodo inviare bonifici, pagamenti, pagare bollette col rid, consultare le spese sostenute con le proprie carte, grazie all’enorme crescita dell’home banking e alle app sempre più in grado di soddisfare le esigenze dei clienti. C’è pero un altro lato della medaglia, l’inevitabile impoverimento del numero di filiali fisiche degli istituti di credito”.
L’articolo dettaglia quindi i dati dell’Osservatorio ed in particolare il confronto con l’ultimo trimestre del 2023 che mostra l’andamento del fenomeno tra le diverse aree del Paese: “le regioni più colpite sono Molise (- 1,3%), Veneto (- 1,2%), Friuli Venezia Giulia e Lazio (- 1%), Campania e Toscana (- 0,8%)”. E prosegue evidenziando come “la desertificazione bancaria rappresenti un problema soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 29,2% utilizza l’internet banking)”, ma “anche nelle altre fasce d’età, l’uso dei servizi di home banking è ancora molto lontano dalla media europea, con gli italiani che in uno studio risultano quart’ultimi, davanti solo a Grecia, Bulgaria e Romania, e ben lontani da Paesi quali Svezia, Danimarca e Finlandia, dove oltre il 90% della popolazione utilizza abitualmente i servizi digitali offerti dagli istituti di credito”.
Il Quotidiano Nazionale parla di vera e propria “fuga dai comuni”, sottolineando come “nei primi sei mesi dell’anno altri 14 comuni sono rimasti privi di filiali sul loro territori” che “si vanno ad aggiungere ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015. Un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è rimasto privo di sportelli”.
La desertificazione bancaria determina importanti problematiche, non solo per le persone che hanno perso o rischiano di perdere l’accesso ai servizi bancari – “circa 10 milioni e 500 mila, con un aumento nell’arco di anno di più di 6 milioni di persone” – ma anche per le imprese: “1.960 aziende in più che hanno sede in comuni desertificate rispetto a dicembre 2023”.
Petrucci conclude il suo articolo con la disamina dei risultati dell’analisi su base provinciale realizzata dalla Fondazione Fiba mediante il nuovo Indicatore di desertificazione provinciale (Ipd): “La graduatoria che emerge vede a giugno 2024 tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 24°, Roma 41°, Napoli 50°. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia”.
Il report sulla desertificazione bancaria al 30 giugno 2024 con le tabelle esplicative
I dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia