Gente rilancia i dati First Cisl sulla desertificazione bancaria: sportelli chiudono, cittadini emigrano

Le banche spariscono acuendo i disagi dei cittadini. I dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria ancora al centro degli approfondimenti giornalistici. Il settimanale Gente riprende il report cislino titolando “Non ci sono più le banche e chi ne ha bisogno deve emigrare”. Firma il servizio la giornalista Mariella Palermo che scrive: “Ogni santo giorno del 2023, in Italia, due filiali bancarie hanno chiuso i battenti a fine giornata per non riaprirli più. Ad essere precisi si tratta di 826 sportelli, in notevole crescita rispetto aí  677 dell’anno prima. Il fenomeno si registra con una certa frequenza da una decina d’anni, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie delle grandi città, dove chi deve chiedere un mutuo o un prestito, fare un pagamento o un prelievo di contante, è ormai costretto a fare chilometri”.

Per Gente “c’è un’Italia di serie B, composta secondo i dati diffusi di recente dall’Osservatorio del sindacato dei lavoratori del settore finanziario First Cisl da 4milioni e 373mila cittadini e 255mila aziende, perlopiù piccole e medie, che un brutto giorno ha trovato al posto dell’agenzia di fiducia un centro benessere, una palestra o un bar. I più penalizzati sono i comuni della Calabria e del Molise dove la mannaia delle chiusure si è abbattuta con più prepotenza. Ma la moria di agenzie ha riguardato, più o meno, tutte le regioni da nord a sud del Paese, e sul totale dei 7.900 comuni che si contano sul nostro territorio nazionale, ben 3.278, quasi la metà, oggi non hanno neanche uno sportello bancario”.

La giornalista Mariella Palermo scrive che tutto ciò “non basta perché i 6 milioni di residenti in centri urbani con una sola filiale superstite, probabilmente saranno i prossimi a doverne fare a meno. Il fenomeno ha un nome e un cognome: si chiama desertificazione bancaria e anche nel corso dell’anno appena cominciato potrebbe far segnare nuovi record come quello, scandaloso, che riguarda la Calabria regione in cui, secondo le rilevazioni First Cisl, il 73 per cento dei comuni non ha sportelli bancari nel suo territorio. Diverse le cause possibili all’origine delle chiusure: alcuni analisti le attribuiscono alla concentrazione bancaria che avviene quando i colossi del credito comprano banche più piccole o si fondono insieme, come è successo in Italia e all’estero negli ultimi vent’anni, e per evitare costosi doppioni nello stesso territorio, chiudono filiali periferiche; altri, come Antonio Patuelli, Presidente dell’Abi, l’associazione che rappresenta gli istituti di credito italiani, sostengono che la decisa riduzione di sportelli in Italia sia dovuta alla diminuzione della popolazione residente in alcune aree del Paese, che rende antieconomica per le banche la presenza di sedi e dipendenti”.

Altro aspetto sottolineato dal settimanale Gente riguarda la “diffusione dell’home banking, la possibilità di accedere al proprio conto corrente direttamente dal sito Internet o dall’app della banca che ha registrato una potente accelerazione a seguito delle restrizioni di movimento dovute alla pandemia di Covid-19. Peccato che in Italia, nonostante il deciso aumento degli ultimi anni, ad utilizzare Internet è solo il 51,5 per cento di chi ha un conto corrente”.

Alla pubblicazione dei dati il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ha rimarcato che “l’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale. Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso a un servizio essenziale milioni di persone. A pagare il prezzo più pesante sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale. Negli Usa due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali e continueranno a farlo nei prossimi anni. È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società e anche ai bilanci delle banche. È tempo – ha concluso il leader dei bancari della Cisl – che in Italia il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto”.

 

Qui l’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba