Colombani, serve un positivo shock salariale. Partecipazione dipendenti a utili aziendali è la direzione giusta

“La partecipazione agli utili può essere la chiave di volta di un nuovo paradigma salariale per l’elevazione economica e sociale dei lavoratori”. Lo ha affermato il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, al convegno “La partecipazione: generiamo valore facendola diventare legge”, organizzato a Verona da First Cisl e Cisl.

Le considerazioni del leader dei bancari della Cisl sono state rilanciate da Ansa che ha titolato: “First Cisl, fondamentale lavoratori partecipino a utili banche”. Anche AdnKronos ha messo in relazione i lusinghieri risultati di banche e assicurazioni e l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori scrivendo che “la partecipazione dei lavoratori agli utili fondamentale per salari più alti”. La versione on-line de L’Adige si è occupata del convegno di Verona titolando “Aziende, lavoratori e partecipazione: il nuovo scenario. La proposta di legge della Cisl nel laboratorio di Verona”. Il giornalista Stefano Tenedini, che firma l’articolo, scrive: “Negli anni Settanta, quando i rapporti tra aziende e sindacati erano più un braccio di ferro che una partita a scacchi, la richiesta dei lavoratori di poter contare di più in fabbrica faceva drizzare i capelli agli industriali, anche perché veniva definita senza mezze misure “cogestione”. Oggi le imprese sono cambiate così come i dipendenti: nonostante gli scontri ci siano ancora (…) c’è un crescente ricorso al dialogo e alla mediazione: insomma, almeno una tendenza. Così l’iniziativa della Cisl di proporre una legge sulla “partecipazione” non fa affatto gridare allo scandalo, ma anzi raccoglie consensi e favorisce approfondimenti”.

La proposta di  legge promossa dalla Cisl si legge ancora su L’Adige – punta a normare la partecipazione attiva dei lavoratori alla vita delle imprese, ispirandosi alla Costituzione che all’articolo 46 lo definisce un mezzo di sviluppo economico ma anche di realizzazione del progresso sociale. Come dicevamo è ora di innovare le relazioni sindacali e la contrattazione, producendo effetti positivi per tutti: migliori salari, lavoro stabile e di qualità, più produttività, investimenti, competitività e sostenibilità sociale, più imprese in Italia e meno delocalizzazioni, salute e sicurezza sul lavoro”.

Partecipando alla tavola rotonda di Verona, come riporta l’Ansa, il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ha ribadito che «l’esperienza maturata in Generali nel corso del Novecento merita di essere studiata in profondità. Nata come spontanea liberalità d’impresa nel lontano 1909, la partecipazione agli utili da parte dei lavoratori, grazie agli accordi sindacali successivamente intervenuti, fu ampliata alla significativa quota del 9% del monte dividendi. Fu più volte modificata, sino alla recente trasformazione da istituto retributivo collettivo in retribuzione individuale. Si tratta di un percorso che nel tempo dovrà esser ripreso, tenendo a mente il valore dell’applicazione erga omnes».

«L’apertura di Intesa Sanpaolo – ha proseguito Colombani – è senz’altro un passo avanti molto importante. Introdurre la partecipazione agli utili significa infatti creare un diverso rapporto tra azienda e lavoratori. Abbiamo bisogno di un positivo shock salariale: la partecipazione agli utili va esattamente in quella direzione. Inoltre, il coinvolgimento che si realizza facilita l’applicazione di un’organizzazione del lavoro più flessibile».

«D’altra parte – ha evidenziato su L’Adige il leader dei bancari della Cisl – incremento dei dividendi e dei buyback delle banche premia gli azionisti mentre il costo del lavoro non aumenta per la riduzione delle persone occupate. Con l’aumento dei ricavi c’è stato l’abbassamento del cost income, che ha alimentato lo shareholder value e le retribuzioni dei manager. Quindi è ora di voltare pagina: fu Henry Ford a rivoluzionare la società americana raddoppiando gli stipendi e aprendo una lunga stagione di crescita delle opportunità».