Il Tempo, banche sempre più ricche. Colombani: crescita produttività va remunerata con aumento retribuzioni

La politica dei tassi della Bce fa bene alle principali banche italiane. “Conti delle banche sempre più ricchi” titola Il Tempo che rilancia l’analisi condotta dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba sui bilanci di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper.

“I conti dei primi cinque gruppi bancari italiani nel primo trimestre 2023 sono da record. Il risultato netto dell’aggregato – scrive il quotidiano romano – arriva a 4,8 miliardi di euro (nel primo trimestre 2022 era di 1,6 miliardi), prefigurando per il 2023 un risultato di esercizio superiore a quello conseguito nel 2022 (…) A portare beneficio ai conti è la crescita degli interessi netti, con un eccezionale incremento rispetto al primo trimestre 2023, che supera il 50%, e con concrete aspettative di ulteriori aumenti nei trimestri successivi. Una condizione che si combina anche con la mancata trasmissione degli aumenti del costo del denaro sulla remunerazione dei depositi. Questo ha prodotto un aumento dei proventi operativi del 16,2% a fronte di costi operativi sostanzialmente stabili nonostante la spirale inflattiva”.

“Il rapporto costi del personale/proventi operativi – riporta Il Tempo – scende quasi di 5 punti percentuali, ben al di sotto della soglia del 30% mentre la produttività del lavoro tocca nuovi massimi, con il margine primario per dipendente che cresce di oltre il 29%, arrivando sopra i 60mila euro (era pari a 47mila per 1Q22 e a 42mila per 1Q21), e il risultato di gestione per dipendente aumenta del 35,7%”.

Dati incontrovertibili e lusinghieri che portano il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, a ribadire sulle pagine del quotidiano romano che «in un momento difficile per il Paese, con l’inflazione che aggredisce i salari e le disuguaglianze che aumentano, le banche italiane sono chiamate a muoversi secondo una visione di responsabilità sociale. Il valore prodotto va redistribuito a tutti gli stakeholder, non solo agli azionisti attraverso dividendi e buy back. Alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore, innanzitutto, attraverso l’aumento delle retribuzioni contrattate collettivamente, ma anche ai risparmiatori, con una maggiore remunerazione dei depositi».

 

Qui l’analisi condotta dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba