Colombani a Radio InBlu, al Paese servono banche radicate nei territori e maggior consapevolezza finanziaria

Il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, è stato ospite della trasmissione di Radio InBlu “Al vostro servizio” (qui l’audio):

Nel Mese dell’educazione finanziaria il conduttore Giuseppe Caporaso ha alimentato il dibattito sul tema chiedendo quanto sia cresciuta l’educazione finanziaria nel nostro paese, se c’è una maggiore conoscenza, rispetto al passato, degli strumenti finanziari. Il conduttore ha chiesto inoltre se il rapporto tra il risparmiatore e la propria agenzia bancaria sia cambiato negli ultimi anni, richiamando gli attriti che, nel recente passato, hanno caratterizzato i rapporti tra i clienti e alcuni istituti di credito.

«È opportuno premettere – ha spiegato Riccardo Colombani – che tutti i casi di risparmio tradito sono dovuti alla mala gestio degli amministratori delle banche e non certo alle lavoratrici e ai lavoratori, che anzi si sono prodigati per cercare di ridurre le distanze tra istituto e cliente, cosa che avviene quotidianamente».

Per dare un quadro aderente alla realtà il leader dei bancari della Cisl ha anche richiamato i contenuti del libro “L’educazione finanziaria in un’Italia in mutamento” della professoressa associata di Sociologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca Emanuela Rinaldi, al quale hanno collaborato i membri del comitato scientifico della Fondazione Fiba e che si compone di analisi e interviste ai bancari. Tra le risultanze del lavoro editoriale emerge la necessità che la clientela acquisisca autonomamente maggior consapevolezza dei rischi e delle opportunità d’investimento.

«Nel febbraio del 2017 – ha ancora evidenziato Colombani – l’educazione finanziaria è stata disciplinata per legge, ed è importante che sia stato istituito il Mese dell’educazione finanziaria, ma per gli italiani c’è ancora molto da fare: siamo agli ultimi posti dei paesi più sviluppati. A nostro avviso, per aumentare la consapevolezza dei cittadini, la formazione/informazione nelle scuole non è sufficiente. Attraverso i circoli ricreativi bisogna raggiungere anche le persone “diversamente giovani”, ovvero quella fascia di popolazione che detiene la maggior parte dei risparmi della famiglie italiane».

A proposito di famiglie il giornalista di Radio InBlu ha chiesto al segretario generale di First Cisl quale sia il ruolo delle donne. «In un recente nostro convegno del 20 ottobre (“Cambiare la cultura per favorire la parità di genere”, ndr) abbiamo affrontato il tema assieme a qualificati esponenti del mondo della cultura e dell’economia. Il genere femminile è meno educato finanziariamente ed in generale più distante. Riteniamo che alle donne debba essere data l’opportunità di acquisire la dovuta preparazione anche per avere una maggiore indipendenza economica con la quale contrastare anche forme di violenza maschile. Ci siamo presi l’impegno di stare nei territori aprendo degli sportelli tematici a disposizione e sostegno delle donne e della popolazione meno giovane e continueremo il lavoro di formazione e informazione nelle scuole: la nostra organizzazione si pone al servizio per risolvere questo problema molto importante».

Dal presente al futuro fronteggiando la crisi economica e guardando al risiko bancario. Il giornalista Giuseppe Caporaso chiude l’intervista con Riccardo Colombani chiedendo se le banche reggeranno. «Il sistema bancario è solido – ha risposto il segretario generale di First Cisl – Il livello di patrimonializzazione delle banche italiane è molto buono; riusciranno sicuramente a fare più utili a parità di ogni altra condizione. Certo, una recessione economica profonda comporterebbe una revisione degli obiettivi economico-finanziari, però tassi di interesse più alti favoriscono una migliore gestione del denaro generando più utili. Per quel che riguarda il risiko bancario – ha concluso Colombani – tutti noi ci dovremmo concentrare sulla questione bancaria vera e propria che consiste nel fare banca tradizionale a sostegno delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Abbiamo bisogno cioè di avere una banca che abbraccia sì la nuova tecnologia, ma che rimane radicata nei territori, al servizio del Paese».

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