Verti, scontro aperto tra sindacati e azienda. Dai lavoratori no ai 325 esuberi e i 183 licenziamenti collettivi

Come si legge nel sito di First Cisl Assicurativi, i lavoratori di Verti Assicurazioni dicono no alla procedura di licenziamento collettivo comunicata il 2 maggio dall’azienda alle rappresentanze sindacali aziendali e che riguarda 183 dipendenti. Il 9 maggio, a Cologno Monzese, si è svolta un’affollata assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori in cui è stata evidenziata tutta la criticità di una dura vertenza che si trascina da tempo e che non ha risparmiato lo sciopero.

Al termine dell’assise, le organizzazioni sindacali attive in Verti Assicurazioni hanno diramato un comunicato unitario. «In data 2 maggio – scrivono  le Rappresentanze sindacali aziendali di First Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca – la dirigenza di Verti Assicurazioni (gruppo Mapfre) ha comunicato, per tramite di Ania, alle organizzazioni sindacali di categoria, all’Ania stessa e a Regione Lombardia, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero dello sviluppo economico e Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) l’apertura della procedura – ai sensi dell’art. 1 della Legge 30 dicembre 2021, n. 234 – per l’eliminazione di 183 lavoratori su un totale di 457 dipendenti, con la completa dismissione del Contact Center e la riduzione di tutti gli altri reparti. L’apertura della procedura segue il piano unilaterale dichiarato dall’impresa, che ha determinato tra marzo ed aprile l’esodo volontario di 129 colleghi».

Nel comunicato i sindacati ricordano come la vicenda dei lavoratori Verti sia «iniziata lo scorso 12 novembre con la dichiarazione di 325 “esuberi strutturali” vedendo in questi mesi svolgersi un duro confronto tra lavoratori e azienda. In assenza di uno “stato di crisi” dichiarato, obiettivo della ristrutturazione sarebbe aumentare gli utili con una mera riduzione dei costi e con la completa esternalizzazione delle attività “core”».

First Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca sottolineano nel documento «che le “proposte” presentate in questi mesi dalla controparte alle organizzazioni sindacali, tanto a livello territoriale quanto nazionale, per la possibile definizione di un accordo, sono state caratterizzate fin dall’esordio dall’esclusione categorica del ricorso al Fondo di settore quale strumento per mitigare il piano esuberi. Tutte le proposte della Compagnia sono state ritenute insufficienti, e più di ogni altra cosa, ha pesato l’atteggiamento ricattatorio e di assoluta chiusura dell’azienda, che non ha mai escluso la possibilità di ricorrere ai licenziamenti collettivi, anche nel contesto di un eventuale accordo».

«Le organizzazioni sindacali – prosegue il comunicato unitario – hanno di conseguenza rigettato una tale impostazione, esprimendosi contro gli esuberi strutturali previsti dal piano e per la salvaguardia dei posti di lavoro, non garantita, allo stato attuale, neppure per il personale rimanente. Nelle numerose e partecipate assemblee e negli scioperi, i lavoratori Verti, allo stesso modo, hanno ribadito che una ristrutturazione di questa portata equivale, nei fatti, ad una dismissione dell’azienda».

«Nel 2015, quando Direct Line venne rilevata dal gruppo spagnolo Mapfre – ricordano i sindacati – contava quasi un migliaio di dipendenti. Da allora, è stato portato avanti sistematicamente un progressivo smantellamento, un vero e proprio scempio a danno e sulle spalle dei lavoratori. Operazione culminata in quest’ultimo atto, in cui la previsione dei licenziamenti collettivi, mera e asettica riduzione dei costi, si colloca nell’attuale e difficile contesto post-pandemia, aggravato anche dalla situazione internazionale e dai suoi nefasti effetti sui piani economico e sociale».

Per First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Uilca «Gravissimo è il precedente per tutto il settore. Come recita lo slogan della compagnia, oggi Verti è “pioniera” nelle peggiori pratiche, distanti dalle prassi di settore, perseguendo una pesante ristrutturazione aziendale che è un vero e proprio attacco a tutto il comparto assicurativo, al Ccnl e alle sue tutele. In particolare, l’operazione voluta oggi da Verti si pone in assoluto contrasto con il principio di ampliamento dell’area contrattuale del Ccnl, nel cui ambito dovrebbero essere incluse tutte le attività della filiera assicurativa. Per questo, esternalizzazioni di attività ed esuberi di personale vanno affrontate e contrastate in tutte le aziende, ma soprattutto con forza a livello di settore, per salvaguardare tutele contrattuali e condizioni di lavoro raggiunte con sforzi e sacrifici».

«Affronteremo la nuova fase della vertenza Verti – concludono nella nota unitaria i sindacati attivi in azienda – con lo stesso spirito che sin dall’inizio ci ha fatto scrivere e dichiarare “NO ai 325 Esuberi”. Inizia oggi la lotta contro i 183 licenziamenti, a partire dalla partecipata assemblea che ha visto i lavoratori radunarsi davanti ai cancelli della sede di Cologno, ancora una volta intenzionati a vendere cara la pelle».

 

Il comunicato unitario delle Rappresentanze sindacali aziendali di First Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca