2° Congresso First Cisl, Investire rilancia il tema “Futuro della finanza tra sostenibilità e digitalizzazione”

A quasi un mese dal 2° Congresso nazionale First Cisl, conclusosi a Roma il 14 aprile, alcuni qualificanti temi che hanno caratterizzato l’assise continuano a trovare ampio spazio sulla stampa. Il mensile finanziario Investire Magazine ha ripreso il confronto tra l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, il presidente della Pontificia accademia della scienze sociali Stefano Zamagni e il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, pubblicando un articolo dal titolo “Macché opzione zero, il digitale è fatto per l’uomo anche in banca”. Autore del servizio il giornalista Sergio Luciano che scrive: “La componente umana è e resta essenziale per le aziende creditizie”, rilanciando l’affermazione di Carlo Messina che è “dunque un addio all’equazione + computer, – impiegati”.

«Da quando sono amministratore delegato», ha detto Messina partecipando alla tavola rotonda “Futuro della finanza tra sostenibilità e digitalizzazione”, «ho sempre tenuto fermo un presupposto, cioè che quanto abbiamo dì più importante sono le persone, che non chiamo dipendenti perché l’espressione non rende giustizia alla realtà. Siamo persone che lavorano e cercano soddisfazione attraverso il lavoro che svolgono. il compito di un capo azienda è quello di prendersi cura delle persone che lavorano in azienda. Innanzitutto quindi individuarne un futuro sostenibile. Dunque, prevedere cosa accadrà nei prossimi anni significa pianificare la digitalizzazione della nostra attività. Ebbene, per un’azienda come Intesa Sanpaolo, non è più di un terzo del totale la percentuale delle risorse umane che può essere messa in difficoltà dallo sviluppo digitale, ma gli altri due terzi sono coinvolti dalle relazioni con i clienti. Per questo avremo ancora bisogno di filiali fisiche dove si incontrano persone…».

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Alle considerazione di Carlo Messina, sono seguite quelle del professor Stefano Zamagni per il quale «la narrativa attuale sulle nuove tecnologie si concentra ancora sull’idea che sia il lavoratore a doversi adattare alle macchine. Ma chi l’ha detto? Le nuove tecnologie devono affiancarsi all’uomo per far evolvere l’attività … L’enciclica Gaudium et spes già ben lo definiva nel ’67, paragrafo 82: “L’organizzazione del lavoro nei diversi ambiti deve essere adattata alle reali caratteristiche e capacità delle persone che lavorano e non viceversa”. Ecco il punto: gli aumenti di produttività consentiti dalle nuove tecnologie servano ad elevare le competenze dei lavoratori e non a sostituirli (…) Su questi temi, nel mondo si confrontano due posizioni. Una è quella della Singularity University, che porta avanti — finanziata da molte grandi corporation — un progetto transumanista. Entro 2050, predica, dobbiamo riuscire a superare l’umano, non ce ne sarà più bisogno. Arriveremo alla coscienza artificiale, non solo all’intelligenza artificiale: e a quel punto l’essere umano sarà superfluo. L’altra visione è neoumanista: e cioè sostiene che le nuove tecnologie debbano puntare a quella che si chiama la “augmented workforce”, cioè il potenziamento dell’umano attraverso le tecnologie. Solo che mentre il progetto transumanista ha sede in California e ha una forza lavoro straordinaria, il progetto neo-umanista ha la sua sede in Europa, ma non fa nulla. Non a caso, due mesi fa il Papa si è stufato e ha costituito in Vaticano un gruppo di ricercatori per studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’umano. La prossima grande battaglia di civiltà sarà questa. Ed è molto interessante che rispetto a questa tematica il mondo delle banche sia consapevole e si stia mobilitando per costruire un futuro sostenibile».

Il giornalista Sergio Luciano ha anche rilanciato quanto, sul tema del digitale, Carlo Messina ha anticipato alla platea di First Cisl. «Il rafforzamento digitale è essenziale per seguire i clienti nelle loro aspettative e dobbiamo rafforzare le nostre competenze in materia, anche creando nuovi mestieri, nell’area digitale o anche al di fuori di essa, come gli esperti di Esg, di sociale (…) Una banca sana deve farsi carico – se ha la necessaria capacità di reddito come l’abbiamo noi – di una parte del problema delle disuguaglianze che affligge la nostra società, e devo dire che tutte le nostre persone sono orgogliose di supportare nella comunità quelli che hanno più bisogno… Intesa Sanpaolo è un grande pilastro del sociale, nel nostro Paese, e siamo orgogliosi di esserlo». Dando uno sguardo al domani il presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali Stefano Zamagni ha rimarcato che «… il futuro vedrà il passaggio da un ordine sociale bipolare, con Stato e mercato, a un modello tripolare, cioè Stato, mercato e comunità. Noi chiamiamo la comunità “società civile” che esprime il “terzo settore”. E su questo terreno indubbiamente Intesa Sanpaolo è la banca che ha dato e dà più di tutte».

Nel suo articolo Sergio Luciano, ha definito “Un buon bilancio culturale” il confronto tra Carlo Messina, Stefano Zamagni e Riccardo Colombani che ha caratterizzato la seconda giornata dei lavori congressuali di First Cisl. Nel concludere, il leader dei bancari della Cisl ha ringraziato «Messina e Zamagni per la passione. Prendersi cura significa anche integrare le competenze, anziché sostituire le persone, formarle nelle competenze digitali, peraltro seguendo una degli assi strategici del Pnrr, visto che siamo un Paese ancora non digitalizzato. E in quest’ottica va contrastata la desertificazione dei territori da parte di banche e di assicurazioni. Ci sono ben 62 comuni in Italia, al di sopra dei 5.000 abitanti, sprovvisti di una filiale bancaria. La filiale – ha sottolineato su Investire Magazine Riccardo Colombani –dev’essere il luogo dove si modifica l’articolazione sociale e le banche e le assicurazioni sono un motore di questa trasformazione. Abbiamo bisogno di più bancari, non dimeno bancari».

Il video integrale della tavola rotonda dal tema “Futuro della finanza tra sostenibilità e digitalizzazione”, tenutasi durante il 2° Congresso nazionale di First Cisl:

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