Il 9 marzo in Verti si torna a scioperare. Sindacati, no al piano che genera 325 esuberi

«Le assemblee dei lavoratori di Verti (gruppo Mapfre) hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata di Mercoledì 9 Marzo». Lo annunciano le Rappresentanze sindacali aziendali di Fisac Cgil, First Cisl, Fna e Uilca con una nota unitaria dalla quale si apprende che ci sarà anche un «presidio pubblico sotto la sede di Regione Lombardia».

I motivi della protesta in Verti sono stati rilanciati dall’edizione di Milano de Il Giorno e dal sito de Il Cittadinomb.it che hanno così titolato i rispettivi articoli: “No ai licenziamenti. Fumata nera alla Verti” e “Sciopero Verti, mercoledì davanti alla Regione per dire no ai 325 esuberi dichiarati dall’azienda”.

«Dopo quasi 4 mesi dalla dichiarazione di 325 esuberi “strutturali” – evidenzia la nota unitaria – nessuna intesa è stata raggiunta nei vari incontri che hanno visto confrontarsi con l’azienda Segreterie nazionali, territoriali, ed Rsa aziendali. Ancora una volta, rigettiamo in toto il piano di ristrutturazione che l’azienda intende perseguire per imporre il suo “nuovo modello produttivo” nel quale inoltre, sempre secondo i suoi intenti, 114 lavoratori verrebbero “travasati” – su base volontaria – in aziende esterne, per fare le stesse attività che ora svolgono all’interno, ma con orario, salari e tutele drasticamente ridotti e senza alcuna tutela occupazionale».

Le Rsa di Fisac Cgil, First Cisl, Fna e Uilca sono molto nette nell’affermare che «in nessun modo possiamo avallare questo progetto, che oltre a non essere giustificato da alcuno stato di crisi dichiarato, vedrebbe il completo annientamento di tutte le strutture di Contact Center interno e la drastica riduzione di tutti gli altri reparti. Quali garanzie occupazionali e di condizioni di lavoro avranno i 280 lavoratori restanti, non è dato sapere».

I sindacati fanno inoltre notare che «ciò che accade oggi in Verti non è un fatto isolato: guardando al nostro settore, vi sono in questo momento altre due vertenze con contenuto simile: la vicenda Zurich, con la cessione di 80 lavoratori ad un’azienda esterna (GamaLife) e la vicenda Bnl, con l’espulsione di 900 lavoratori fuori dal perimetro del gruppo e del settore. Esternalizzazioni di attività ed esuberi di personale sono dunque una tendenza che, crediamo, vada affrontata e contrastata nelle singole aziende, ma anche, e soprattutto, a livello di settore. Insieme ad esternalizzazioni ed esuberi non solo vengono travolte le vite di centinaia di colleghi, come rende esplicita la nostra vertenza e le altre citate; ciò che si persegue a detta dell’Ad è un vero e proprio modello produttivo, dentro al quale, nei fatti, digitalizzazione e automazione dei processi lavorativi si affiancano a maggiore sfruttamento e salari da fame nelle strutture esterne».

I sindacati chiamano in causa anche le istituzioni, ritenendo che «debbano fare la loro parte: non può passare sotto silenzio il fatto che oggi, all’uscita della pandemia e in un contesto economico precario e incerto, visti anche gli ultimi sviluppi della situazione internazionale e della guerra, la multinazionale spagnola Mapfre scarichi la sua spregiudicata ricerca del profitto su 325 lavoratori e sulle loro famiglie. Per questo – conclude la nota unitaria – mercoledì 9 marzo dalle 9:30 saremo nel piazzale di Regione Lombardia».

 

Il comunicato unitario delle Rsa di Fisac Cgil, First Cisl, Fna e Uilca in Verti