Colombani su Il Tempo: Bnl sana, tagli ingiustificati. Mef e Bankitalia monitorino la situazione

«Mef e Bankitalia, attenti ai piani Bnl» è il titolo con cui il quotidiano Il Tempo incornicia un’intervista di Filippo Caleri al segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, in merito alla ristrutturazione che si appresta a varare la Banca nazionale del lavoro.

Il quotidiano rilancia l’appello di Colombani “per un intervento delle istituzioni nella delicata trattativa” giudicata “troppo onerosa in termini di occupazione”: «Sono oltre 836 i lavoratori a rischio. Ora è necessario che Banca d’Italia e il ministero dell’Economia scendano in campo per monitorare la situazione». Di seguito il testo dell’intervista integrale:

Perché la riorganizzazione è contestata?

«La banca vuol trasformarsi in una boutique finanziaria e far pagare ai lavoratori il costo dell’operazione. Per questo ha programmato l’esternalizzazione di parte delle attività di It e Back office, che porterebbe all’uscita di 836 lavoratori su un totale di circa 11mila. Anche la rete dovrebbe subire un taglio pesante con un possibile accorpamento di 135 filiali su un totale di 705. In parallelo l’istituto punta sugli uffici di consulenza per offrire nuovi servizi di investimento alle famiglie ad alto patrimonio. Per questo nell’ultimo anno sono stati reclutati 129 agenti, per un totale di 579. Il piano prevede di reclutarne 150 all’anno, spingendo oltre mille il numero complessivo. Questo mentre pretende di demansionare i lavoratori in deroga alla legge».

Che cosa non vi convince?

«Bnl vuole entrare tra le prime tre banche italiane in termini di redditività, questo è l’obiettivo del piano strategico 2022-2025. Per raggiungerlo deve fare utili e il modo più semplice è tagliare drasticamente i costi. Di sicuro gli azionisti si fregano le mani, ma per il Paese il prezzo è troppo alto».

Perché?

«Per noi non c’è necessità di nuovi tagli. I ricavi di Bnl sono frutto del rapporto storico con la clientela da cui derivano benefici in termini di redditività. La produttività è altissima. Nel 2020 il margine primario pro capite, ossia il rapporto tra gli interessi netti più le commissioni e il numero dei lavoratori occupati, è ben più alto della media dei 5 gruppi italiani più grandi: oltre 194mila euro di ricavi per ogni lavoratori Bnl contro i circa 167 mila in media per ogni occupato dei primi cinque gruppi italiani. Una dinamica che sarà sicuramente confermata nel 2021 visti i risultati dei primi tre trimestri».

Non sarebbe il caso di coinvolgere il governo vista la posta in gioco?

«Infatti. Chiediamo alla politica e alle autorità creditizie, in particolare Mef e Banca d’Italia, di monitorare con attenzione gli sviluppi della situazione. L’autonomia d’impresa e la necessità di rafforzare la competitività non giustificano il comportamento di un’azienda che competitiva è già. Il sindacato farà tutto quello di cui ci sarà bisogno per evitare che vengano penalizzati i lavoratori, l’economia e il tessuto sociale del Paese».

 

L’intervista a Riccardo Colombani su Il Tempo: