Colombani su Mps, Carige e PopBari: “Dobbiamo preservare la biodiversità del sistema bancario”

Mps: ora ricapitalizzare e rilanciare

“Dopo la rottura delle trattative fra Unicredit e Mef sul futuro di Mps la cosa da fare è «ripatrimonializzare la banca» per metterla nelle condizioni «di competere con le altre», permettendo a «lavoratrici e lavoratori di esprimere tutto il potenziale che hanno già dimostrato». A sottolinearlo, in un’intervista all’Agi, il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani.

«La cosa più urgente – ha spiegato – è ricapitalizzare Mps nella misura indicata alla fine dello scorso anno dall’ad Guido Bastianini, ovvero con 2 miliardi di euro. Il fabbisogno di capitale, dopo le performance di questi mesi, potrebbe essere più basso ma è indispensabile procedere con il rafforzamento patrimoniale perché la banca deve competere sul mercato e senza capitale non può fare credito».

Dal 2016 al 2020, ricorda il leader dei bancari della Cisl, Mps ha già perso «ben 24 miliardi di finanziamenti alla clientela» e lo scorso anno il margine d’interesse sul totale dell’attivo «era il più basso fra i competitor». Un rafforzamento patrimoniale dunque «serve per fare credito, per sostenere il Paese e per avere un margine d’interesse che sia paragonabile rispetto alle altre banche».

Il Governo ha fatto tutto, Bruxelles dia tempo

Il Governo, «come dimostra il tentativo fatto con Unicredit», ha «cercato di fare di tutto» per rispettare gli impegni presi con l’Unione Europea sulla riprivatizzazione di Mps; per questo «Bruxelles non può che prendere atto della situazione e concedere il tempo necessario per rilanciare la banca” – prosegue Colombani.

Il Monte dei Paschi «al 30 giugno ha prodotto un utile pari a oltre 200  milioni di euro»; anche per questo ora è necessario «ottenere una congrua proroga» ai tempi di uscita del Tesoro dal capitale, «arrivando magari fino alla fine del 2022 o anche oltre», per  permettere alla banca «di esprimere il proprio valore, che c’è  tutto». Nella trattativa con l’Unione Europea, poi, il Mef dovrebbe puntare anche ad ottenere «l’eliminazione di vincoli che si sono dimostrati controproducenti: puntare a un’ossessiva riduzione dei costi non ha portato bene, visto che abbiamo assistito a una debacle dei ricavi. Di sicuro non si devono chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori».

Sistema concentrato; la politica non spinga

Il comparto bancario italiano è «già molto consolidato» al proprio interno, «più di quanto avvenga in Germania e Francia» – ha spiegato il segretario generale di First Cisl, ricordando che in Italia «le prime cinque banche rappresentino oltre il 50% del mercato, soglia che non viene raggiunta a Parigi e che è di circa il 35% a Berlino. Dobbiamo preservare la biodiversità del sistema bancario – ha aggiunto – Ci saranno ovviamente altri fenomeni di concentrazione, ma la politica non deve essere ossessiva riguardo al consolidamento ulteriore del sistema». Per Colombani, «accanto a grandi banche devono esserci banche medie e piccole, anche per rispondere ad un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e piccolissime aziende».

Nel settore bancario è inoltre necessario «invertire il trend» sul fronte dei tagli all’occupazione «perché solo così avremo un sistema del credito più al servizio del Paese e delle imprese», ha aggiunto Colombani. «La riduzione dell’occupazione, che determina nell’immediato dei risultati migliori per la riduzione dei costi, nel medio è una iattura perché si producono meno ricavi. È il caso di Mps, di Carige ma anche di altre  banche», ha spiegato.

«Con una maggior occupazione in banca, dobbiamo aiutare le famiglie a investire meglio i propri risparmi, cosa di cui ci sarà grandissimo bisogno nella fase di sviluppo del Pnrr accanto agli investimenti pubblici», ha indicato il leader dei bancari della Cisl. Sul fronte degli esuberi, uno dei temi caldi quando si parla di fusioni ma anche di nuovi piani industriali, «nel nostro sistema di relazioni industriali abbiamo uno strumento di gestione delle uscite che ha dimostrato grande efficacia. Le uscite del settore saranno solo ed esclusivamente volontarie”.

Carige: servono investitori pazienti; darà ritorni

«Carige ha bisogno di investitori di lungo periodo a cui saprà dare buoni ritorni» sottolinea Colombani soffermandosi sul futuro dell’altra media banca italiana in cerca di una collocazione. «Ho letto con favore il collocamento di un bond da 750 milioni di euro con una buona domanda da parte di banche e investitori istituzionali: è un segnale di fiducia molto importante» ha detto spiegando come anche il ritorno in borsa dell’istituto permetta di valorizzarlo oltre 500 milioni di euro.

«L’azione di risanamento fatta ci consegna una banca risanata a cui servono investitori pazienti che si facciano carico di una banca che nel tempo avrà  ottimi risultati e che è ben radicata», ha aggiunto il segretario generale di First Cisl. Per quanto riguarda invece il futuro della Popolare di Bari, ormai saldamente nell’orbita del Mediocredito Centrale, «servono politiche di sostegno a quelle creditizie e servono idee per fare credito nel Mezzogiorno, soprattutto durante la fase di investimenti legata al Pnrr».