Mps, studio First Cisl sulle agenzie di stampa, piano errato, rafforzamento patrimoniale non può attendere Ue

Risanamento e incertezza. Il futuro di Banca Monte dei Paschi di Siena rimane appeso alle decisioni della Commissione europea. Sull’istituto senese, l’Ufficio studi di First Cisl produce intanto un’articolata analisi ripresa dalle agenzie nazionali di stampa.

Ansa titola così il suo lancio “Mps: studio First Cisl, piano sbagliato e Ue lenta su aumento”. Per Adnkronos “Mps: Studio First Cisl, rafforzamento patrimoniale non può attendere”. Completa la rassegna dei tioli delle agenzie Agi che scrive “Mps: First Cisl, rilancio possibile ma va rafforzato patrimonio”.

“Mps può farcela – si legge su Ansa – senza ricorrere allo spezzatino delle sue attività ma la Ue deve essere veloce nel dare il parere sul rafforzamento patrimoniale e sul piano strategico 2021-2021 che tuttavia va nella direzione sbagliata non contando sui punti di forza della qualità degli attivi e sull’avvenuta riduzione dei costi”.

L’agenzia nazionale di stampa evidenzia come il sindacato dei bancari della Cisl punti il dito sulla lentezza della “Dg Comp di Bruxelles che impedisce di fatto alla banca di programmare il futuro, nonostante vi siano oggi le condizioni per il rilancio”. Giudicato inoltre negativamente il piano industriale “sbilanciato verso una ulteriore riduzione di occupazione e filiali e su un aumento insostenibile delle commissioni derivanti da overperformance nel risparmio gestito”.

Il report su Mps, elaborato dall’Ufficio studi di First Cisl, è corredato da dati puntuali che mettono in evidenza come “Gli investimenti privati conseguenti all’attuazione del Pnrr – riporta Agi – offrono la possibilità di recuperare le quote di mercato nei crediti verso la clientela (calate dal 6,6% del 2016 al 4,88% del 2020), soprattutto verso le piccole imprese. Pertanto va nella direzione giusta il progetto della fabbrica interna del credito al consumo”.

“La ridotta incidenza degli Npl, in particolare le sofferenze, la migliorata copertura degli stessi e il mantenimento dei flussi di nuovi deteriorati su livelli contenuti  – scrive Adnkronos  –  possono ridurre fortemente l’incidenza delle svalutazioni sui crediti, riportando in positivo il conto economico, come accaduto nei conti del primo trimestre 2021”.

“Dal 2016 al 2020 – prosegue Ansa – si è avuta una riduzione dell’occupazione (-16%) doppia rispetto ai dati di sistema e il costo medio per dipendente (pari a 69.000 euro) è largamente inferiore a quello dei più diretti competitor (76.000 euro per Banco Bpm, 78.000 euro Ubi e 75.000 euro Bper). Il taglio dei costi operativi ha impedito il raggiungimento degli obiettivi sui ricavi, crollati del 32%. Secondo il piano si sarebbero invece dovuti mantenere sullo stesso livello del 2016 (4,27 mld al 2021). Questo a riprova che il taglio indiscriminato dei costi attiva un circuito vizioso di riduzione dei ricavi”.

A completamento dell’analisi Agi scrive che “nel piano i crediti a clienti sono previsti in continua riduzione. L’indicatore finanziamenti netti per dipendente (pari a 3,9 mln di euro) presenta un gap rilevante rispetto ai competitor (il dato medio relativo a Banco Bpm, Ubi e Bper è pari a 4,4 mln di euro – dati bilanci 2020). Va tenuto conto che il margine di interesse del retail banking tra il 2016 e il 2020 ha subito una riduzione di oltre il 60%”. Il piano punta invece su un aumento insostenibile delle commissioni derivanti da overperformance nel risparmio gestito. Il tutto in un contesto di ulteriori chiusure di filiali e riduzioni di personale. L’ipotesi sarebbe di arrivare ad un rapporto commissioni/margine di interesse del 128% nel 2023 partendo dal 111% del 2020. Le previsioni di Prometeia relative al sistema bancario segnalano una condizione di maggiore sostenibilità: il rapporto commissioni /margine di interesse passerebbe dall’81% del 2020 all’86% del 2023”.

Ansa, Adnkronos, Agi, nel chiudere i loro lanci, danno ampio spazio alle dichiarazioni del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, per il quale «Mps sta pagando un prezzo troppo alto per i ritardi della DgComp: non è possibile attendere la fine dell’anno per procedere al rafforzamento patrimoniale. Alla banca serve capitale per erogare credito alle imprese, unica strada per la crescita sostenibile dei ricavi».

«È di fondamentale importanza anche  risolvere il problema dei rischi legali al fine di liberare patrimonio per accrescere i prestiti e di conseguenza il margine di interesse. Su questo punto – prosegue il leader dei bancari della Cisl – serve una soluzione politica. La mole del contenzioso rende di fatto poco percorribile la privatizzazione. Il disegno dello spezzatino finirebbe per smembrare e porre fine alla storia della banca più antica del mondo. La strada obbligata – conclude Colombani – è quella del rilancio, anche per valorizzare le risorse pubbliche investite finora. Diversamente prevarrebbe la logica del salvataggio con una spirale perversa di riduzione ulteriore dell’occupazione, minore sostegno all’economia e forte svalutazione dell’investimento pubblico».

 

L’analisi dell’Ufficio studi di First Cisl “Osservazioni sul piano strategico Mps 2021/2025 per puntare su un deciso rilancio”

Il comunicato stampa di First Cisl