Pandemia, economia, lavoro, i temi che Annamaria Furlan affronta in due interviste

Pandemia, economia, lavoro. La segretaria generale della Cisl continua ad alimentare il dibattito sui tre temi di stretta attualità ribadendo la sua linea in due distinte interviste rilasciate a Il Mattino e ai giornali del Quotidiano Nazionale che raggruppa Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione. “No alle gabbie salariali ma investimenti e incentivi su infrastrutture e lavoro” titola il quotidiano napoletano mentre QN presenta l’intervista ad Annamaria Furlan legando il tema sanitario e quello previdenziale: “Assumere medici e rivalutare le pensioni” questo il titolo del servizio che si apre con la domanda della giornalista Claudia Marin su cosa non convinca della manovra a poche ore dall’incontro finale con il presidente del consiglio Giuseppe Conte. «Ci sono molte questioni aperte – avvisa Furlan – sulle quali il governo dovrà fare chiarezza. La legge di bilancio, mai come quest’anno, diventa cruciale per il destino di milioni di famiglie. E, dunque, bisogna in primo luogo prolungare la Naspi e le altre indennità di disoccupazione con il superamento delle riduzioni progressive, sostenere i contratti di solidarietà, rendere universali gli ammortizzatori sociali. Dobbiamo tenere collegate le persone al lavoro con nuove politiche attive e sbloccare subito gli investimenti pubblici. E poi vogliamo risposte serie da Conte sulle risorse, oggi insufficienti, per rinnovare i contratti pubblici».

Nell’intervista QN insiste sulla necessità di capire quali sono le scelte che “vanno cambiate?” «Vanno fatte subito le assunzioni nella Sanità e negli altri comparti della Pubblica amministrazione. Non si capisce – sottolinea la leader della Cisl – che cosa stiamo aspettando per utilizzare anche le risorse del Mes. È una vicenda stucchevole, incresciosa. E va data subito una risposta ai pensionati, togliendo il blocco inaccettabile della rivalutazione delle pensioni fino al 2023, finanziando anche la legge sulla non auto-sufficienza».

Il presente difficile e il futuro che si preannuncia complicato. Claudia Marin pone una domanda che guarda al 2021, sottolineando che “con la fine del blocco, rischia di essere l’anno dei licenziamenti di massa: come prevenire questo pericolo?” «Bisogna affrontare subito questo tema. E le opzioni accennate prima vanno in questa direzione. Abbiamo circa 6 milioni di persone in cassa Covid in Italia. Bisogna scegliere le priorità, che per noi sono lavoro, inclusione sociale, scuola, formazione, digitalizzazione, infrastrutture. Non cerchiamo passerelle né chiediamo incontri formali. Vogliamo un confronto vero. Con risposte certe e impegni precisi del governo».

Il post crisi dovrà fare i conti anche con le nuove regole del credito in arrivo da gennaio che, come sottolinea QN, rischiano di pesare su imprese e famiglie. «È evidente – prosegue Annamaria Furlan – che le regole pensate prima della pandemia vanno riadattate alla situazione di emergenza economica che stiamo vivendo. Ma anche le banche devono fare uno sforzo in più sostenendo le imprese in difficoltà, soprattutto quelle piccole, e le famiglie. È importante, comunque, che l’Europa abbia trovato la forza e il coraggio di cambiare la sua politica, sostenendo la crescita e il lavoro».

“Il capitolo cambiamenti – chiede ancora l’intervistatrice Claudia Marin – però vede Maurizio Landini chiedere un nuovo Statuto dei lavoratori: ha senso con tutto quello che sta succedendo?” «Lo Statuto dei lavoratori  – dice la segretaria generale della Cisl – non va superato ma integrato, per tutelare e rappresentare i nuovi bisogni e le nuove figure del mondo del lavoro. Ma non mi sembra proprio il momento giusto per incanalarsi in una discussione che rischia di provocare divisioni e polveroni mediatici. La priorità è accelerare il percorso della riforma fiscale, costruire occasioni di lavoro, affrontare le tante troppe vertenze aperte a cominciare da Whirlpool».

Le aperte questioni del lavoro incrociano l’intervista pubblicata da Il Mattino che sottopone ad Annamaria Furlan la proposta del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi che ha rilanciato il tema della gabbie salariali, ossia “salari legati alla produttività su base territoriale”. La leader della Cisl rispondendo osserva che «mi sembra una proposta che guarda al passato più che al futuro. Al presidente Bonomi chiedo di impegnarsi di più per rinnovare tutti i contratti privati aperti. Così si dà un buon esempio se si vuole davvero costruire il patto sociale di cui anche Bonomi parla con insistenza, non certo con i bizantinismi di proposte come le gabbie salariali, che appartengono ad un passato di cui né il Mezzogiorno, né il Paese hanno bisogno». “Perché contrari?”, chiede ancora Il Mattino.  «Noi pensiamo che oggi più di ieri il tema sia quello di unire il Paese e non di spaccarlo ancora di più. Dobbiamo ripartire dal Sud con investimenti pubblici seri per far crescere tutto il Paese. Per questo non dobbiamo sprecare l’occasione delle risorse europee del Recovery Fund. Bisogna superare gli enormi divari infrastrutturali, tra le regioni del Nord e del Mezzogiorno: parliamo di banda larga in tutti i comuni del Sud, di scuole moderne, tutela del territorio, ferrovie, strade, porti, ma soprattutto di servizi sociali per le famiglie, in modo da ridurre la povertà, le diseguaglianze sociali, l’emarginazione di tante periferie abbandonate. Basta pensare alle condizioni gravi in cui versa la sanità pubblica in molte zone del Sud, come la Calabria».

Per Bonomi, prosegue il quotidiano campano, “differenziare i salari farebbe ripartire il Paese anche al Sud”. «Io penso che noi oggi – obietta Annamaria Furlan – dobbiamo puntare ad alzare tutti i salari e le pensioni, con una tassazione inferiore e con una contrattazione dinamica sia nel pubblico impiego sia nei settori privati. Questa è la stagione dei rinnovi contrattuali nazionali come stanno facendo tra l’altro positivamente tante categorie. Il mondo del lavoro non ha bisogno di proposte velleitarie e antistoriche che fanno solo confusione».