First Cisl, proposta Deutsche Bank di tassare smart working è ipotesi assurda

La proposta di gravare lo smart working di una tassa del 5% per First Cisl è irreale. Il tema è stato alimentato dalla proposta avanzata da Deutsche Bank. Ansa ha rilanciato la presa di posizione del sindacato dei dirigenti cislini del credito riportando che «lo smart working non è un privilegio e proporre di tassarlo è semplicemente assurdo. Tra l’altro da un punto di vista economico il lavoro da remoto comporta certamente un vantaggio per le imprese. Se passasse l’idea contraria andremmo incontro ad uno scenario da incubo». È quello che afferma all’agenzia nazionale di stampa Maurizio Gemelli, segretario responsabile First Cisl del Gruppo Deutsche, intervenuto per commentare l’uscita di Deutsche Bank di una tassa del 5% del salario a carico dei lavoratori che scelgono liberamente lo smart working, quindi non costretti da lockdown, con il cui ricavato  finanziare sussidi a favore di coloro che percepiscono redditi bassi e non hanno la possibilità di lavorare da casa.

«Deutsche Bank – continua Gemelli su AdnKronos – dovrebbe invece cercare il confronto con i sindacati su questo tema. E farlo anche in Italia, dove nei giorni scorsi è iniziata la trattativa sull’ennesima riorganizzazione aziendale, basandosi sulle previsioni dell’ultimo contratto nazionale e ricordando che, semmai, a pagare eventuali costi fiscali dovrebbero essere le aziende che beneficiano delle normative sul lavoro da remoto e non certo i lavoratori».

A completare la posizione di First Cisl è la segretaria nazionale Sara Barberotti che a EconomyMag dice: «Sarebbe interessante capire come gli analisti di Deutsche Bank hanno calcolato i supposti vantaggi per i lavoratori, da sottoporre a tassazione e se i vantaggi sono gli stessi nelle grandi città e in provincia, nelle periferie o nelle zone centrali. Di sicuro, i lavoratori devono sopportare dei costi per l’allestimento di un ufficio a casa. Insomma, il vantaggio economico per i lavoratori, non è affatto certo. A fronte di ciò, i risparmi per le aziende sono enormi: meno consumi energetici, meno immobili, meno servizi di gestione e manutenzione. La verità – conclude Sara Barberotti – è che la logica di Deutsche Bank andrebbe ribaltata: perché non tassare i grandi gruppi per ogni postazione di lavoro smaterializzata?».