‘Ripartire dal lavoro’, migliaia nelle piazze. Furlan, un patto sociale per il paese

Ripartire dal Lavoro‘: questo lo slogan della mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil che si è svolta ieri, 18 settembre, in 23 piazze d’Italia per avanzare proposte e invocare una partecipazione attiva dei sindacati alla costruzione del futuro del Paese, dopo l’emergenza Covid. A Milano, in piazza Duomo, è intervenuta la segretaria della Cisl Annamaria Furlan, a Roma, a piazza del Popolo, il segretario della Uil Pierpalo Bombardieri, a Napoli, in piazza Dante, il leader Cgil Maurizio Landini.

“Vogliamo ricostruire un paese migliore di quello che ci ricordiamo prima del Covid – ha detto nel suo intervento dal palco di Piazza Duomo a Milano la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan -Un paese dove non è necessario richiamare i medici in pensione per curare le persone, vogliamo ricostruire un paese dove la banda larga, e quindi il diritto alla istruzione a distanza, sia un diritto di ogni bambino, vogliamo costruire un paese dove la centralità di chi rappresenta il lavoro non sia riconosciuta solo nei momenti di disgrazia ma ogni giorno. La dignità del lavoro è questa e per questo vi ringrazio di aver organizzato qui come in tutta Italia, come il 29 luglio a Roma, questa manifestazione rispettando le regole del Covid”.

Ci siamo incontrati con il Governo attraverso i video, di notte, di domenica,  per creare accordi importanti per mantenere condizioni di massima tutela possibili per tutti i lavoratori e lavoratrici che non si sono potuti fermare” ha tenuto a ricordare la leader della Cisl. “Responsabilmente ognuno ha messo del suo per creare intese e sintesi che facessero di questo paese un posto rispettoso per la vita degli uomini e donne del lavoro. Grazie a quegli accordi tra le parti sociali e il governo, e poi a quelli che i nostri delegati e delegate hanno fatto sui luoghi di lavoro, che si sono salvate tante vite, senza fermare le produzioni indispensabili. Ed è attraverso quegli accordi, oggi in qualche modo sminuiti, che noi attraverso gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti abbiamo creato le condizioni per non avere 10-20-30 volte tanti uomini e donne che hanno perso il lavoro. Oggi è il momento di ricostruire e lo possiamo fare per il cambiamento profondo che è avvenuto anche in Europa. Credo che il governo italiano abbia contribuito tanto al cambiamento dell’Europa. Ma credo che il mondo del lavoro, il sindacato europeo, la sua capacità di confronto in ogni Stato, abbia creato condizioni affinché dall’Europa dell’austerità si pensasse a costruire un’Europa che in un momento così importante per la vita di tutti ripartisse dal lavoro. Il Recovery fund è esattamente questo: l’Europa che cambia attraverso le donne e gli uomini del lavoro”.

Il servizio del Tg3:

Furlan parla poi del dibattito sul Mes: “Cosa significa Mes? Per la sanità sono 37 miliardi che l’Italia può ottenere, oltre ai 209 miliardi del Recovery fund. In questi anni abbiamo assistito al taglio di ben 38 miliardi, perchè non prendere i 37 per potenziarla? La sanità territoriale deve essere ripotenziata. Inventata da capo in tante regioni, perché non c’è mai stata. Perché non dire che tagliando i posti di lavoro di infermeri, lavoratori, medici si sono messi a posto i conti che non tornavano in questi anni. E drammaticamente tagliando anche i posti letto, perdiamo quelli delle terapie intensive. Ecco a cosa servono quei 37 miliardi: a non vivere più la condizione che se c’è posto riesci a vivere ma se non c’è non hai speranza. Abbiamo bisogno di serietà e responsabilità. A luglio abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di riconvocarci per definire assieme come meglio utilizzare le risorse del Recovery Fund per far ripartire il paese. Non ci è ancora arrivata nessuna convocazione. Per noi le priorità sono chiare, sono quelle che riportano il paese a creare condizioni di lavoro dignitoso. Iniziamo a sommare le risorse, ci sono fermi oltre 100 miliardi da investire per infrastrutture materiali e immateriali. Facciamo ripartire i cantieri per rendere sicuro il ruolo del nostro paese, per non morire di alluvioni e frane, e poi mettiamo al centro dei progetti da finanziare quello che è il futuro: la ricerca, l’innovazione, la scuola. Tutto ciò che drammaticamente da 20 anni viene tagliato”.

E sulla scuola Annamaria Furlan: “Unitariamente, nel mese di aprile abbiamo inviato, attraverso le nostre categorie della , la proposta al Governo e alla ministra Azzolina di un protocollo per mettere in sicurezza le scuole, sia nel pubblico che nel privato, ma non si capisce perché fino ad agosto non siamo riusciti ad avere un incontro. Rinnoviamo alla ministra la disponibilità a dare una mano affinché la scuola sia sicura per chi lavora e chi la frequenta”. D’obbligo il passaggio su innovazione e ricerca. “Alcune ricercatrici italiane per prime nel mondo hanno individuato la morfologia di questo virus. Tra queste solo una non era precaria! È ora di dire basta con i ricercatori che vanno all’estero perché in Italia rimangono precari per anni, così come sono precari gli insegnanti della scuola, come i medici, gli infermieri, le infermiere, i tantissimi giovani che vanno all’estero, mentre qui siamo stati costretti a richiamare persone che sono in pensione e a cui va tutta la nostra gratitudine per la solidarietà dimostrata”.

Il servizio del Tg5:

“Lo smart working, strumento importantissimo, se ben usato fa crescere la qualità di vita del lavoro e la produttività – ha proseguito la segretaria generale della Cisl – Fino ad ora non è stato fatto smart working ma telelavoro, a cottimo in molti casi, senza regole. È la contrattazione che si deve occupare di questo ma se non si aprono i tavoli diventa difficile credere alle parole di tanti che dicono e sottolineano l’importanza della contrattazione. Sono parole, a noi interessano le firme”.

“Nessuno rimanga indietro a partire dai nostri anziani. Quest’anno in finanziaria ci saranno le risorse che ci sentiamo promettere per la non autosufficienza che non riguarda solo gli anziani ma tanti disabili? Serve un patto sociale per il paese. Non vogliamo tornare indietro ma costruire un paese più giusto, più equo dove la dignità del lavoro sia davvero al centro delle scelte. Per questo non ci fermeremo, andremo avanti fino a quando non arriveranno i risultati nelle case dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate” ha concluso la leader della Cisl, Annamaria Furlan.

L’intervento integrale della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: