La notte per il lavoro, Furlan, “è col confronto che si realizzano le cose migliori”

Una piazza che ha visto tutti i manifestanti seduti, quella svoltasi ieri sera 29 luglio in piazza SS. Apostoli a Roma ne “La notte per il lavoro”, la manifestazione organizzata da Cgil Cisl Uil nel rispetto delle norme sulla salute e sicurezza. Tantissimi collegati vi internet, per seguire le testimonianze toccanti dei lavoratori che non si sono mai fermati durante la pandemia. Sul palco, insieme ai delegati di tutte le categorie dei settori più colpiti dal Covid-19, i Segretari di Cgil Cisl Uil, Landini, Furlan e Bombardieri (nel sito della Cisl le foto dell’evento).

Al centro delle rivendicazioni sindacali il blocco dei licenziamenti, la proroga degli ammortizzatori sociali fino alla fine dell’anno, la riforma fiscale e la lotta all’evasione, i rinnovi contrattuali nazionali privati e pubblici, investimenti, sanità, sicurezza sul lavoro, conoscenza, cultura, infrastrutture materiali ed immateriali, lavoro stabile, digitalizzazione, mezzogiorno, previdenza, legge sulla non autosufficienza, inclusione sociale e soluzione delle crisi aziendali aperte.

“Abbiamo realizzato, durante i tragici mesi che ha vissuto il paese, momenti di intesa forte con il Governo e anche con tutte le altre parti sociali e datoriali”. Così Annamaria Furlan rispondendo alla domanda di Massimo Giannini, direttore del quotidiano “La Stampa”, moderatore del confronto con i tre segretari di Cgil Cisl Uil, sulle aspettative dei sindacati circa il prossimo decreto di agosto. “Quando si è trattato di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro – ha proseguito la segretaria generale della Cisl – siamo riusciti a riportare tutti, istituzioni e datori di lavoro, a un senso di forte responsabilità. Non era il momento di dividerci ma il momento in cui l’unità del paese doveva tradursi in protocolli di intesa. Accordi veri e propri che garantissero il massimo della sicurezza sui luoghi di lavoro … Mettere in sicurezza i luoghi di chi non poteva smettere di lavorare era una priorità assoluta per noi. Siamo riusciti a coinvolgere tutti. A seguito di quegli accordi ne sono scaturiti tantissimi e in questi momenti di unità del paese, almeno tra istituzioni e parti sociali, sembrava che fosse orami consolidato questo concetto di ‘lavorare insieme per il paese’. … Qualcuno ha condiviso con noi che accanto allo gestire insieme la sicurezza nei luoghi di lavoro, dovevamo anche impostare come far ripartire il paese per tornare a crescere”.

“Abbiamo assistito quasi ad un miracolo – ha spiegato Annamaria Furlan – Fino a qualche mese fa nessuno in questo paese, nemmeno noi, avremmo mai scommesso che l’Europa diventasse più solidale e riconoscesse nel lavoro e nella crescita, nella dignità della persona, la vera essenza dell’anima Europa. Credo che l’atteggiamento del sindacato, e quelli italiani sono forti in Europa, abbia contributo a questa spinta in modo proficuo. Credo che il Presidente del Consiglio abbia lavorato bene in Europa perché il risultato c’è stato: l’Europa ha stanziato 209 miliardi per l’Italia, proprio per la crescita, il lavoro e la coesione sociale. Bisogna non sprecare né un minuto né un euro e quindi chiedere al governo di condividere gli obiettivi e le priorità, quello di cui il Paese ha assolutamente bisogno per recuperare i tanti punti di produzione industriale di Pil persi, e i tanti posti di lavoro persi. È con il confronto che si realizzano le cose migliori”.

La leader Cisl è quindi tornata a chiedere di utilizzare le risorse del Mes: “Durante la pandemia abbiamo visto di quanto abbiamo bisogno di rafforzare il nostro sistema sanitario, abbiamo carenza di posti letto, di medici e infermieri. … È sparita la sanità sul territorio. Abbiamo decurtato circa 35 miliardi della sanità italiana. Quei 37 miliardi del Mes hanno come unica condizione quella di essere dedicati al sistema sanitario: eccome se ne abbiamo bisogno. Credo vada tolto ogni dubbio e vadano utilizzati subito quei miliardi. In questo modo i 209 miliardi saranno dedicati alla crescita e al lavoro. Per noi le priorità sono chiare: sono quelle della piattaforma di due anni e mezzo fa. Molti di quei temi non sono ancora irrisolti. Come investiamo le risorse che l’Europa ci ha riconosciuto? Come non sprecare tempo prezioso? C’è un paese da far ripartire. Si devono sbloccare le infrastrutture, i cantieri, le infrastrutture materiali e immateriali”.

“Il 15 settembre bisogna aprire le scuole: il sindacato chiede che vengano aperte ma bisogna farlo in sicurezza, per i bambini, i ragazzi e i lavoratori. La scuola – ha aggiunto Annamaria Furlan – è ad oggi l’unico luogo di lavoro per cui non abbiamo ancora un adeguato protocollo di sicurezza per i lavoratori e per gli studenti. Quando all’inizio della discussione sulla scuola la ministra Azzolina ha detto che semmai in parte o in toto si riprenderà la didattica a distanza, abbiamo pregato che qualcuno le spiegasse che almeno un terzo del nostro paese non ha la banda larga e inoltre molte famiglie non possono comprare i computer ai figli. … Bisogna investire nella scuola, nella ricerca ma anche nei settori produttivi, che sono l’eccellenza italiana anche in questo momento di calo delle esportazioni. Dobbiamo decidere le priorità. Non si possono né dire dei no preconcetti, ma nemmeno di sì a tutto. Quando, se non ora, fare la riforma del fisco e degli ammortizzatori sociali? Abbiamo una gran parte di lavoratori e di lavoratrici che sarebbero stati tagliati fuori dagli ammortizzatori se non ci fossimo spesi per farli rientrare”.

“Il governo – ha concluso la leader della Cisl – deve tornarne indietro di qualche mese nei rapporti con le parti sociali. Noi siamo pronti a questo confronto con le nostre proposte e valori. Abbiamo riscoperto in questi mesi, come paese, il valore della persona e il rispetto del lavoro. Un’occasione come questa, cioè di avere risorse da investire, non ricapita una seconda volta. Non permetteremo a nessuno di sprecare questi fondi”.