Popolare di Bari, Colombani, una governance aperta per il rilancio

L’articolo del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, sul quotidiano Avvenire

L’accordo raggiunto sulla Popolare di Bari testimonia che i sindacati del credito sanno muoversi con senso di responsabilità nei frangenti più delicati. La banca pugliese ha pagato il prezzo di una gestione familistica e clientelare che si è trascinata per troppi anni. Un prezzo salato: prima di tutto per i lavoratori. Con un taglio di 67 milioni del costo del lavoro, il sacrificio che si chiede loro è indubbiamente rilevante. Ma lo sarebbe stato di più se, al termine di una trattativa complessa, non fossimo riusciti a contenerne le dimensioni, mitigando l’impostazione iniziale del piano e togliendo dal tavolo il ricorso ai licenziamenti collettivi e alle esternalizzazioni. Il nostro impegno tuttavia non finisce qui. Ci costituiremo, come First Cisl, parte civile nel processo che coinvolge gli ex vertici. E ci batteremo perché sia introdotto il reato di disastro bancario, che consideriamo un deterrente contro l’avventurismo di troppi amministratori.

Ora che i sindacati hanno fatto la loro parte, tocca al governo fare la sua. Prima di tutto spingendo il Mef ad approvare in tempi stretti i decreti attuativi necessari a dar corpo al progetto di un polo bancario per il Sud – indispensabile per controbilanciare la fuga delle banche da quest’area del Paese e per rilanciarne l’economia – tratteggiato nel decreto varato a dicembre. È fondamentale che l’operazione di sistema che ha per motore il Fondo interbancario di tutela dei depositi e il Mediocredito Centrale, il cui impegno complessivo sarà di quasi due miliardi di euro, non resti sulla carta. Stesso discorso vale per l’assemblea dei soci in programma a fine mese: senza la trasformazione della banca in Spa si aprirebbero le porte alla liquidazione, con conseguenze devastanti per l’economia meridionale e l’occupazione.

Il rilancio della Popolare di Bari passa anche per il ruolo dei piccoli azionisti. Dare voce alla loro rappresentanza, finora dispersa e irrilevante, sarebbe una grande innovazione, suscettibile di essere replicata su scala più vasta nel sistema bancario. Lo strumento giusto è il voting trust, un istituto che consente di rappresentare unitariamente nelle assemblee chi vi aderisce, attraverso un mandato conferito ad un gestore.

Solo allargando il perimetro della governance, infatti, è possibile far valere le istanze degli altri portatori di interesse – territori, famiglie, imprese – dal momento che i top manager hanno dimostrato di avere a cuore solo quelle degli azionisti rilevanti. Solo in questo modo, inoltre, è possibile riaffermare, sulla scorta della Costituzione, la funzione sociale delle banche, che si sostanzia nel tutelare il risparmio e nel disciplinare l’esercizio del credito, obiettivi che nel corso degli ultimi anni sono stati sistematicamente disattesi. Il momento di cambiare è questo: non ce lo lasciamo sfuggire.

Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl

 

Qui l’articolo del segretario generale First Cisl Riccardo Colombani