La fine del 2019 porta in dote ai bancari il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro. I principali giornali danno risalto all’intesa raggiunta tra organizzazioni sindacali e Abi. I titoli dei maggiori quotidiani nazionali evidenziano l’aspetto dell’incremento retributivo ma anche altre significative parti di un’intesa che riguarda 282mila dipendenti del settore del credito.
Il Sole 24 ORE sintetizza nel sottotitolo gli effetti dell’intesa: “Per i 282mila bancari previsti aumenti salariali di 190 euro in tre tranche”. Di salario parla anche Il Giornale che titola “Bancari, aumento medio di 190 euro”. Sulla stessa linea Il Tempo “Contratto rinnovato. Ai bancari 190 euro in più”. Anche Il Manifesto dà conto dell’accordo titolando “Contratto bancari, 190 euro di aumento”.
Nello scorrere i quotidiani si coglie netto il senso dell’accordo. Apre la rassegna Il Sole 24 ORE con l’articolo di Cristina Casadei che scrive: “Il nuovo contratto collettivo nazionale dei bancari, firmato ieri da Abi e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin), è stato tanto sofferto – le trattative sono durate oltre un anno – quanto ricco di novità, tra cui una, da sottolineare, riguarda sicuramente il metodo di lavoro: grazie alla Cabina di regia sulla digitalizzazione, le relazioni sindacali del settore verranno trasformate in un work in progress”.
Il rinnovo del contratto del credito è per il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani «un’inversione di tendenza significativa – si legge ancora sul quotidiano economico – rispetto alla stagione di moderazione salariale che abbiamo alle spalle. Va letta in quest’ottica anche l’abolizione del salario di ingresso per i giovani. Dal rinnovo del contratto dei bancari può venire la spinta anche agli altri settori. Solo così si rimette in moto la crescita e si dà una prospettiva di sviluppo al Paese».
Il leader dei bancari della Cisl interviene anche sul Tempo per dare all’intesa il senso di una «missione compiuta. Si tratta di un grande risultato per la categoria – ribadisce Colombani – che premia l’impegno del sindacato e mette al centro il valore della persona. L’aumento di 190 euro, superiore all’inflazione attesa, riconosce la produttività e i sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni. La Costituzione sancisce il diritto a una retribuzione adeguata alla quantità e alla qualità del lavoro».