Sindacati e Abi firmano il rinnovo del contratto nazionale dei bancari e Repubblica si occupa del tema delle pressioni commerciali sul quale First Cisl ha sempre posto l’accento.“E nel nuovo contratto dei bancari stop alla vendita di prodotti bidone” è il titolo dell’articolo firmato da Rosaria Amato che scrive come l’intesa, oltre agli incrementi salariali, contempli “anche le garanzie professionali negoziate due anni fa a tutela dei dipendenti, accusati, sull’onda dei crac bancari, di vendere prodotti finanziari rischiosi a risparmiatori inconsapevoli”.
“Il nuovo contratto collettivo degli istituti di credito recepisce infatti interamente l’accordo raggiunto tra Abi e sindacati nel febbraio del 2017, aprendo così la strada, spiegano i sindacati, al pieno funzionamento delle commissioni bilaterali interne e soprattutto di quella nazionale, con l’obiettivo di tutelare non solo i dipendenti, ma anche la clientela”.
Aspetto non secondario perché, come sottolinea il segretario di First Cisl Riccardo Colombani, mette fine «a una stagione nella quale i lavoratori sono stati chiamati troppo spesso a rispondere per colpe non loro».
È innegabile che in questi anni la commissione nazionale non abbia lavorato perchè non investita dalle commissioni aziendali.
Riccardo Colombani auspica che con l’accordo si possa ristabilire «un rapporto virtuoso tra banche e risparmiatori» rimarcando l’articolo 26 del contratto, il quale ribadisce che «il mancato raggiungimento degli obiettivi quantitativi commerciali di per sé non determina una valutazione negativa». “In altre parole – spiega Repubblica – se il dipendente limita la vendita di prodotti a rischio, non ritenendoli adatti ai propri clienti, non deve essere penalizzato sotto il profilo economico e professionale. «Si tratta – conclude Colombani – di una norma che è stata anche ripresa dalla Consob nella normativa di recepimento della Mifid 2»”.