Bond Etruria, l’interesse dei giornali tra assoluzioni e condanne

La sentenza sulla vendita delle obbligazioni di Banca Etruria trova ampio spazio sui giornali che hanno tiratura locale e si occupano delle vicende del territorio. Il Corriere di Arezzo titola: “Obbligazioni truffa Bpel. Assolti i funzionari. Condannati 4 dipendenti”. Titolo simile quello del Corriere Fiorentino: “Obbligazioni Etruria, assolti i dirigenti della banca”.

“Scagionati – scrive Marco Antonucci sul quotidiano aretino – i cinque funzionari di quella che era stata definita la cabina di regia che, secondo la Procura, aveva spinto per collocare sul mercato quelle obbligazioni subordinate poi azzerate dal decreto Salvabanche del 2015. Assolti dodici, tra direttori e addetti ai titoli, che quei bond li avevano collocati ai loro clienti, ai risparmiatori che all’improvviso erano rimasti senza un quattrino con il crac della banca. Condannati invece quattro dipendenti, chiamati in causa per la stessa accusa mossa nei confronti dei colleghi: pena di dieci mesi, sospesa, e pagamento di 300 euro di multa. I difensori hanno già preannunciato appello”.

Sulla sentenza il Corriere di Arezzo riporta le dichiarazioni “dell’avvocato romano Maurilio D’angelo, legale nazionale del sindacato First Cisl: «Se da un lato c’è grande soddisfazione, dall’altro c’è molta delusione per la decisione che riguarda i quattro dipendenti. Ci appelleremo perché l’ipotesi di truffa non esiste. Non comprendiamo la ratio che ha portato a valutare con un metro differente situazioni identiche sotto ogni profilo»”.

Anche il Corriere Fiorentino riporta le dichiarazioni dell’avvocato D’Angelo raccolte dall’autrice dell’articolo Silvia Ognibene: «Ben 58 dei nostri assistiti sono stati archiviati o assolti nei vari filoni dell’inchiesta ma non possiamo certamente dirci soddisfatti perché il principio che passa dalla sentenza di ieri è che si condannano i dipendenti mentre si deresponsabilizzano completamente i vertici della banca: ma erano i vertici e non i dipendenti ad essere a conoscenza dello stato di crisi dell’istituto che ha reso improvvisamente rischiosi i titoli venduti ai clienti. Faremo sicuramente ricorso in appello per i lavoratori che sono stati condannati, perché il principio emerso dalla sentenza di ieri è inaccettabile».